mercoledì 13 novembre 2013
Sul libretto delle giustificazioni spuntano “genitore1” e “genitore 2”. La preside tenta di giustificare la sua scelta: «Una cosa naturale, la famiglia è cambiata, ora gli studenti vivono in nuclei allargati». L’ex sindaco Alemanno: «Le cattive mode attecchiscono più velocemente delle altre»
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Un’altra picconata al mattone fondamentale dell’edificio sociale. Al liceo Mamiani i nuovi libretti delle giustificazioni non hanno più la dizione «firma del padre o della madre», ma «genitore 1 o genitore 2». «Bisogna essere pratici e adeguarsi ai cambiamenti visto che sono sempre di più le famiglie allargate o ricomposte», afferma la preside Sallusti. Ma il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado, mette in guardia dal rischio di «scelte di stampo ideologico». Il Moige parla di «decisione non democratica». E si riapre la polemica.Dopo la cancellazione di padri e madri dai moduli per le iscrizioni all’asilo in Veneto ed Emilia Romagna, anche a Roma sbarcano gli eccessi del politically correct. La preside dello "storico" liceo classico del quartiere Prati, scuola della borghesia progressista romana, spiega così la decisione: «Genitore 1 e genitore 2 non vuole essere un’offesa a nessuno – dice Tiziana Sallusti – meno che mai alla famiglia. Nulla è più prezioso di una madre e di un padre, ma non si può non vedere che più della metà dei nostri studenti vive in famiglie allargate. È stato naturale, è una richiesta che ci viene dalle famiglie». L’importante per la scuola, spiega, è che chi firma la giustificazione sia la stessa persona che ha depositato la firma in segreteria. Per la preside insomma famiglia «è chi vive sotto lo stesso tetto prendendosi cura l’uno dell’altro: ai ragazzi, quando sono amati, queste quisquilie interessano poco».Di diverso avviso il presidente dell’Anp: «Comprendiamo le ragioni  – dice Giorgio Rembado – che spingono a riconoscere che le famiglie attuali hanno spesso una tipologia diversa. Ma la famiglia cosiddetta tradizionale comunque è ancora assolutamente prevalente: bisognerebbe quindi tenere conto del dato reale, per non far apparire queste scelte o di tipo nominalistico o di stampo nettamente ideologico». Per l’Anp «se vogliamo adottare un formalismo giuridico, è più corretto parlare di "chi esercita la potestà genitoriale"». Al ministero dell’Istruzione spiegano che mentre nei diplomi la terminologia è fissata da circolari, per le giustificazioni non ci sono regole: ogni istituto si regola in autonomia. Nulla di irregolare, pare, ma solo una scelta. Ben precisa.La decisione fa discutere. «Ogni ragazzo nasce da un padre e da una madre – ricorda Antonio Affinita del Movimento italiano genitori – e dunque la scelta suscita perplessità, presa peraltro senza coinvolgere in una scelta democratica tutti i genitori della scuola. Su questi temi non c’è una posizione univoca e così si discrimina chi ancora si sente padre e madre e non genitore 1 o 2».«Purtroppo le cattive mode attecchiscono più velocemente», commenta l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno del Pdl: «il Provveditorato corregga questa assurda iniziativa riportandola dentro l’alveo della Costituzione». Fabio Rampelli, deputato di Fdi, liquida l’iniziativa come «idiozia ideologica». Applaude il Gay Center: «Così non si discriminano i genitori gay e lesbiche», esulta Fabrizio Marrazzo».
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