martedì 4 ottobre 2016
Boom di noduli per le più giovani: sono aumentati del 30% sotto i 50 anni (la fascia di età esclusa dagli screening). Nel 2016 50mila nuove malate. Campagna di sensibilizzazione della Lilt
Tumori al seno, le regole per prevenirli
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Donne e tumori. La settimana scorsa è stato il report annuale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) a lanciare un allarme: il binomio è in crescita. Ci sono, cioè, sempre più ammalate a fronte di un calo del cancro tra gli uomini. Oggi, e per tutto il mese di ottobre, tocca alla Lega italiana per la lotta contro il tumore (Lilt) alzare di nuovo la voce. Perché fra i tumori che colpiscono le donne il “big killer”, cioè quello al seno, non solo ha aumentato la sua incidenza del 15% nell’ultimo quinquennio, ma ha registrato un incremento del 30% tra quelle di età inferiore ai 50 anni. Cioè in quella fascia di età esclusa dal programma di screening per ora previsto dal Sistema Sanitario Nazionale (e riservato alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni). «Una criticità – spiega il presidente Francesco Schittulli – che sommata alle stime per il 2016, anno in cui in Italia saranno oltre 50.000 i nuovi casi di cancro alla mammella, rende l’argomento più che mai prioritario».

Il nodo da sciogliere? Innanzitutto la prevenzione, che in Italia è ancora territorio impervio. «Un nodulo al seno impiega mediamente 6 anni per raggiungere la misura di un centimetro – spiega Schittulli, chirurgo di lungo corso –, poi vede raddoppiare la sua massa in uno spazio di tempo che va da uno a 7 mesi». Grazie a una diagnosi precoce, effettuata in quei sei anni, il tumore potrebbe essere sconfitto prima ancora che scateni la sua aggressività, senza danni per la mammella. Con un indice di guaribilità pari al 95%. E invece alla scoperta del cancro al seno si arriva ancora troppo tardi, «il 35% delle pazienti se ne accorge da sola, nel bagno di casa, o alla prima prova costume». Quando cioè è troppo tardi e le dimensioni di quel nodulo sono ormai consistenti.

La campagna "Lilt for Women – Nastro Rosa 2016" si pone allora l’obiettivo di intercettare e sensibilizzare tutte le donne, ma in particolare le più giovani, sull’importanza della prevenzione: «Ecografia e visita senologica devono diventare una prassi già dai 25 anni – insiste Schittulli –, l’autopalpazione addirittura da prima, andrebbe insegnata nelle scuole. Serve una cultura del cancro, nel nostro Paese. Serve capire che dedicare questa piccola attenzione al proprio corpo con anticipo significa salvarsi la vita». Il messaggio verra rilanciato per l’intero mese di Ottobre negli oltre 300 Spazi prevenzione (ambulatori) delle 106 sezioni provinciali Lilt, distribuiti su tutto il territorio nazionale, dove professionisti qualificati saranno a disposizione dell’utenza gratuitamente per informazioni, visite senologiche e ove occorra eventuali controlli diagnostici clinico-strumentali. E poi sui giornali, in tv, sui social network grazie alla testimonial Elisabetta Gregoraci e all’hashtag Twitter #iofaccioprevenzione, sui monumenti più importanti del Paese (che per tutti i weekend del mese saranno illuminati di rosa, a cominciare dal Colosseo).

«Il resto deve farlo il governo – avverte però il presidente della Lilt –. Allargando la forbice di età dello screening, visto che il cancro non bussa soltanto a 50 anni e non esce di scena a 69. Garantendo più omogeneità nella prevenzione su tutto il territorio, visto che il Sud è ancora troppo indietro. E soprattutto guardando con più rispetto e concretezza all’esercito di malate di cancro al seno presente nel Paese: 700mila donne, destinate a diventare 750mila a fine anno, e oltre 800mila il prossimo. Per loro il cancro non deve essere vissuto più come una condanna, ma come una patologia cronica, paragonabile ad artrosi, diabete e ipertensione».  

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