sabato 19 marzo 2016
La riforma potrebbe diminuire la tutela. Zevola (Milano): «Non perdere specializzazione di protezione e prevenzione della devianza».
Tribunali dei minori: «Eccellenza da salvare»
COMMENTA E CONDIVIDI
Nelle ultime settimane ha fatto molto discutere la riforma (ora allo studio del Parlamento) che vorrebbe trasformare i Tribunali e le procure per i minorenni in sezione specializzate dei tribunali ordinari. Mario Zevola, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, affronta il tema con tono pacato, ma non nasconde le sue perplessità: «È un disegno di legge che vuole innovare il sistema, ma non si capisce come».  La situazione è ancora in divenire. Dopo la presentazione di un primo disegno di legge sono stati successivamente avanzati i primi emendamenti che permettono di comprendere un po’ meglio lo spirito della riforma. Ma i contorni della norma restano anco- ra poco chiari. «Mi auguro che non vada persa la specializzazione dei Tribunali e delle procure per i minorenni – spiega Zevola – organismi giudiziari tesi a proteggere i minori e prevenire la devianza». Un’eccellenza italiana che, come spesso accade, viene poco riconosciuta entro i confini nazionali. Ma che, al contrario, rappresenta un modello cui si ispirano molti Paesi stranieri.  «Ci viene invidiato in tutto il mondo», spiega il responsabile del tribunale milanese. Zevola evidenzia anche come il sistema della giustizia minorile abbia bisogno di qualche aggiustamento. Ci sono delle «zone grigie», spiega, in cui occorre chiarire meglio «sotto il profilo processuale chi deve cosa e come lo deve fare». Tuttavia è fondamentale tutelare la specificità dell’organismo di cui è presidente che «deve rimanere il tribunale che si occupa dei minori nell’ambito delle relazioni familiari. Una struttura adeguata e competente a provvedere laddove ci sono carenze da parte del nucleo familiare. Una struttura dove opera una magistratura specializzata, che è bene sia mantenuta». Una specializzazione che non è legata solo ai codici e alle norme del diritto, quanto piuttosto alla capacità di cogliere e valutare le sofferenze dei minori. E se l’obiettivo del Tribunale deve essere quello di garantire la tutela e gli interessi dei minorenni (in materia penale ma soprattutto in ambito civile) è necessario che i magistrati possano continuare a occuparsi in maniera esclusiva dei minori e delle loro esigenze. La riforma - così come emerge dalle prime letture dei testi prevede dunque che i Tribunali e le procure per i minorenni diventino sezioni speciali all’interno dei tribunali ordinari per la materia familiare e minorile. Un po’ come avviene per la sezione lavoro, che ha una sua autonomia. «Il rischio è che i pubblici ministeri vengano assorbiti dal lavoro ordinario legato alle questioni di famiglia – spiega Zevola –. Una riforma di questo tipo, senza una definizione precisa dei ruoli, potrebbe portare a una minore attenzione alle esigenze dei minori e di conseguenza una loro minore tutela».  Occorre, dunque, «il giusto tempo» per prendersi cura degli interessi dei minori. Tanto più in un momento storico in cui le complessità e le difficoltà non mancano. Il Tribunale per i minorenni di Milano, per esempio, conta un organico di sedici magistrati togati e 64 giudici onorari «il cui contributo è essenziale per la gestione delle pratiche», sottolinea Zevola. Ogni, anno infatti, sulle scrivanie di via Leopardi vengono depositati circa 2.500 faldoni, per altrettanti procedimenti solo nell’area civile. Che si vanno a sommare ai 5.800 procedimenti pendenti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: