venerdì 29 gennaio 2016
Dopo le interviste all'imprenditore pentito Vassallo, il ministro Galletti: paghino tutti i responsabili dei veleni. Non ci sono più alibi per le bonifiche, le ecoballe e Bagnoli. DOSSIER
Don Patriciello scrive all'inquinatore pentito: caro Gaetano...
«Terra fuochi, ora si indaghi a Nord»
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«Tutti devono pagare per il dramma della Terra dei fuochi» anche «gli imprenditori senza scrupoli del Nord che sapevano che smaltire il quel modo era economico ma anche ambientalmente criminale. E si sono resi corresponsabili dell’avvelenamento del territorio». È molto netta l’accusa del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti che assicura la massima sorveglianza per evitare che la camorra metta le mani anche sulle bonifiche per le quali, afferma, «non ci sono più alibi».  Così risponde ad alcuni passaggi della lunga intervista di Avvenire a Gaetano Vassallo, re delle ecomafie  ora collaboratore di giustizia. Un’intervista che, sottolinea, «crea angoscia perché disegna una situazione, che si è perpetrata per anni, di assoluto spregio delle leggi e della cultura ambientale». LEGGI L'INTERVISTA A GAETANO VASSALLOVassallo parla di un sistema illegale che va ancora avanti. La magistratura e le forze dell’ordine stanno facendo un grande e attento lavoro sui crimini ambientali. Con la legge sugli ecoreati abbiamo dotato gli inquirenti di nuovi strumenti repressivi e sanzionatori. Io credo che compito del governo sia quello di creare le condizioni perché l’illegalità ambientale sia rifiutata culturalmente e quindi non attecchisca e, ove scoperta, sia sanzionata con la massima durezza. Ma un ulteriore passo avanti da fare c’è sicuramente. Dobbiamo attuare e mettere pienamente a regime il sistema di tracciabilità dei rifiuti. Dopo la problematica partenza del Sistri, abbiamo indetto una nuova gara e presto avremo un sistema efficiente e affidabile. E anche conveniente per le aziende. Non sarebbe ora che anche le imprese del Nord pagassero per il disastro che hanno contribuito a creare?  Certamente sì. Ho sempre detto che la questione Terra dei fuochi è un’emergenza nazionale perché da tutta Italia, e soprattutto dal ricco Nord, sono arrivati i veleni che sono stati sotterrati in Campania. Le responsabilità dei clan camorristici vanno sommate a quelle degli imprenditori senza scrupoli che sapevano che smaltire il quel modo era economico ma anche ambientalmente criminale. E si sono resi corresponsabili dell’avvelenamento del territorio. Credo e spero che le indagini portino all’individuazione di chi ha mandato i suoi rifiuti pericolosi ad essere tombati sotto terra e spero che questi delinquenti vengano condannati come meritano. A che punto siamo con le bonifiche? In Campania sembra tutto fermo. Come impedire che ci metta le mani sopra la camorra? Non ci sono più alibi per le bonifiche, per le ecoballe e per Bagnoli. Il governo ha stanziato 150 milioni l’anno per tre anni per bonificare la 'Terra dei fuochi' ed eliminare le ecoballe, e altri 50 milioni per il risanamento dell’ex area Italsider. Il lavoro di accertamento dei siti inquinati sta proseguendo con grande attenzione per delimitare le aree compromesse e da bonificare, e liberare dal sospetto e dalla paura. C’è insomma un impegno complessivo del governo fatto di risorse, strategie precise, azioni sul territorio. E la supervisione dell’Anac di Cantone mi fa stare tranquillo su trasparenza e legalità. Per la prima volta la Terra dei fuochi non è più abbandonata, ma al centro di un progetto di recupero da parte delle istituzioni. Mi impegno a continuare un percorso che abbiamo già iniziato. Non siamo all’anno zero, non è che da adesso ci mettiamo a lavorare sulla 'Terra dei fuochi'. Abbiamo già fatto un pezzo di percorso, dobbiamo continuarlo con lo stesso impegno che abbiamo messo finora. I controlli vanno tenuti altissimi. Ne sono consapevole. Per questo ho scelto la strada che mi tutela di più, che è quella dell’Anac. L’importante sarà poi spendere questi fondi, evitando sprechi.Abbiamo tre obiettivi: spenderli, spenderli bene, spenderli in fretta. È chiarissimo. Altrimenti diventa un alibi come spesso accade in questo Paese. Ognuno quando viene nel mio ufficio chiede risorse, mentre magari ce le ha già. La politica, come racconta anche Vassallo, ha avuto nel passato gravi responsabilità. Come tenerla lontana da 'tentazioni'? La politica non può cercare al suo esterno i deterrenti. O assume come suo valore fondamentale la legalità e la difesa dell’ambiente o non è politica, diventa essa stessa consorteria criminale. Credo che oggi esista anche in Campania una politica pulita e attenta a questi temi. Il governo sta mettendo inoltre il campo tutti gli strumenti, in primo luogo l’intervento dell’Autorità anti-corruzione, per dare agli amministratori i mezzi per assicurare la legalità nelle procedure e negli appalti. Ci tengo particolarmente per quel che riguarda le bonifiche. Sarebbe paradossale che a risanare l’ambiente stuprato fossero imprese della camorra responsabile del disastro ambientale. Questo non può e non deve accadere. E non accadrà. Abbiamo denunciato che da due anni e mezzo attende una risposta un’interrogazione parlamentare su una delle discariche sequestrate a Vassallo. Sono decine le questioni che vengono poste ogni settimana all’attenzione del Ministero e in molti casi riguardano il tema dei rifiuti. Ad ogni modo, il problema della discarica Novambiente, sollevato da Avvenire e ripreso dall’onorevole Realacci, avrà una risposta nei prossimi giorni. È un impegno che assumo formalmente.
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