domenica 29 marzo 2015
​Corsa contro il tempo per terminare tutto il 1 maggio. L'ad Sala: problemi al massimo in tre strutture. Boschi: saremo pronti.
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Mancano 33 giorni al grande evento. E se da Firenze tutti i pensieri sono rivolti al contenuto della Carta di Milano e al dibattito che animerà i sei mesi dell’Expo, centrato sul tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita", a Milano si lavora senza sosta. Il commissario unico e ad di Expo 2015, Giuseppe Sala, ieri a Firenze si è detto «tranquillo»: i padiglioni in ritardo al massimo «saranno tre, siamo nel campo del gestibile». Fiduciosa anche Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme: «Sicuramente arriveremo pronti e preparati all’inaugurazione. La sfida Expo ci aiuta a credere nel futuro delle riforme. È una sfida impegnativa, difficile, ma sappiamo di poterla vincere». Anche oggi, giorno festivo, nel cantiere più grande d’Europa, ci sono 6mila uomini al lavoro. La corsa contro il tempo non è ancora finita e non finirà prima del 1° maggio, giorno dell’inaugurazione. Gli ottanta edifici che sono cresciuti negli ultimi sei mesi su quel milione di metri quadrati fra i comuni di Rho e Pero devono essere finiti e tirati a lucido. Dentro e fuori. Sono i padiglioni 'self-built' dei Paesi partecipanti e i cluster che raggruppano le nazioni per produzione alimentare e affinità climatica. Il padiglione Zero, proprio all’ingresso del sito espositivo, che racconta la storia del cibo. Ma anche le aree di servizio, i bar e i ristoranti, il 'Children Park', il parco dove andranno a giocare i più piccoli, il 'Media center' dove si stanno realizzando le postazioni per le tv e i giornali di tutto il mondo sono in dirittura d’arrivo. L’Italia non può rischiare di farsi trovare impreparata al grande evento, quello su cui tutti puntano per il rilancio dell’economia. Bisogna cioè recuperare il tempo perso. Quello delle querelle politiche dei primi tempi (per l’acquisto delle aree) ma anche quello delle inchieste giudiziarie. L’ultima arriva proprio da Firenze e colpisce al cuore il padiglione più importante dell’Esposizione: Palazzo Italia.  L’impresa che si è aggiudicata il bando per la realizzazione dello spazio che ospita il Belpaese, da alcuni giorni e fino alla fine dei lavori sarà 'sorvegliata speciale'. Lo ha deciso il presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone, chiamato dal governo Renzi a vigilare sui bandi e gli appalti del grande evento. Il commissariamento (come già avvenuto per altri lavori Expo) di Palazzo Italia a meno di due mesi dal via avrebbe rallentato troppo i lavori con il rischio di farsi trovare impreparati all’apertura dei cancelli. Ed è proprio Palazzo Italia, il padiglione più grande del sito e l’unico che rimarrà anche dopo il 2015, a registrare i ritardi che si temono di più: i 500 uomini al lavoro devono recuperare le battute d’arresto imposte dalle inchieste sulle tangenti.  Non tutti i 53 padiglioni dei Paesi però saranno pronti: 3 o 4 potrebbero infatti presentarsi il 1° maggio con l’allestimento interno incompleto. Turchia, Nepal e Russia sono quelli più indietro. Intanto, per superare i ritardi, il governo darà la deroga ai collaudi dei padiglioni: saranno cioè i progettisti ad autocertificare l’agibilità dell’immobile. Poi si procederà comunque a un controllo a campione sul sito espositivo. Ma non c’è molto tempo. Fra un mese tutto deve essere pronto e tirato a lucido.
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