mercoledì 30 gennaio 2013
Strasburgo: un padre ha il diritto di vedere la figlia. Ernesto Emanuele, presidente dell’Associazione famiglie separate cristiane: «Finalmente una sentenza che riconosce i diritti dei papà. Ma di situazioni simili ce ne sono tantissime. È il momento di farle emergere».
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​Le autorità italiane non hanno attuato tutte le misure necessarie per assicurare a un padre il diritto di vedere la figlia dopo la separazione. Per oltre sette anni Sergio Lombardo non ha potuto incontrare regolarmente figlia. Ecco perché la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per violazione del diritto al rispetto dei legami familiari. «Finalmente i giudici intervengono in favore dei padri separati. – ha osservato Ernesto Emanuele, presidente dell’Associazione famiglie separate cristiane – Conosco situazioni altrettanto drammatiche che attendono da anni un intervento decisivo da parte dell’autorità giudiziaria». Dal 2003 Sergio Lombardo porta avanti una battaglia giudiziaria per vedersi riconoscere la possibilità di manifestare alla figlia il suo affetto paterno. Ma nonostante vari ricorsi in tribunale e alcune sentenze in suo favore, l’uomo non è mai riuscito a incontrare con regolarità la figlia e a stabilire con lei una relazione stabile.Nel suo ricorso, Lombardo ha imputato questa situazione alla mancanza di diligenza, attenzione e imparzialità delle autorità nazionali competenti, tribunali e servizi sociali. In particolare, ha sostenuto che questi non hanno adottato tutte le misure necessarie per il rispetto del giusto equilibrio tra i diversi interessi in gioco, salvaguardando solo l’interesse della madre, che si è sempre opposta al fatto che la figlia mantenesse un legame con il padre.Ieri, condannando l’Italia, la Corte di Strasburgo, ha dato ragione all’uomo. Innanzitutto la Corte sottolinea che lo Stato è tenuto a mettere in opera le misure più adeguate in modo rapido, perché il passare del tempo può avere conseguenze irrimediabili sulla relazione tra il minore e il genitore che non vive con lui. Nel caso specifico la Corte ha rilevato che i tribunali tra il 2003 e il 2011 si sono limitati principalmente a osservare la non esecuzione delle loro sentenze e che non hanno adottato le necessarie misure per assicurare il diritto del padre a vedere la figlia. In particolare i giudici sottolineano che i «tribunali sono restati al di sotto di quello che ci si poteva ragionevolmente attendere da loro delegando la gestione degli incontri ai servizi sociali». Inoltre, viene messo in evidenza che «la procedura seguita dai tribunali ha di fatto determinato la rottura del legame tra padre e figlia. «Questi casi sono tantissimi ed è giunto il momento di farli emergere. – riprende il presidente dell’Associazione famiglie separate cristiane – Chi avesse segnalazioni o storie può rivolgersi alla nostra associazione, scrivendo a emanuele.024@gmail.com»

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