venerdì 6 maggio 2016
​Intervista al ministro: pronti 4 milioni per 275 istituti di Napoli. «L'obiettivo è strappare i ragazzi dalle strade e ce la faremo».
Giannini: contro il degrado scuole aperte d'estate
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Le scuole come luoghi di «crescita e d’ascolto» dei problemi dei ragazzi, «aperte anche d’estate », per evitare che i bambini, nelle tante Caivano d’Italia, «restino per strada e diventino preda di chi ha cattive intenzioni o punta a reclutarli, come la camorra». Parte da qui, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, per illustrare con quali misure il suo dicastero contribuirà all’azione di governo che punta a risollevare le aree degradate di Napoli. «A Caivano sono stata di persona – spiega il ministro ad Avvenire – ed è stato come ricevere un pugno nello stomaco...».Per quale ragione, ministro?Vedere sui volti di bambini e bambine il segno di esperienze che spesso non sono uguali a quelle di altri loro coetanei mi ha dato la sensazione che se non riuscissimo, lì e in luoghi analoghi, a irrobustire i progetti didattici ed educativi sarebbe una sconfitta dell’intera società. Ma ci riusciremo.Cosa farà, in concreto, il suo dicastero?Non ignoreremo la richiesta d’aiuto che sale da luoghi dove il tessuto sociale è sfilacciato, le famiglie disgregate o in difficoltà, la criminalità pronta a reclutare i ragazzini. Faremo partire da Napoli un progetto che nasce da un’emergenza, ma che non risponde a una scelta occasionale. Risponde alla visione di società del nostro governo.Il progetto, lei ha spiegato al termine del Comitato, si chiama «Scuola al Centro». In cosa consiste?In estate, quando le scuole sono chiuse, per moltissimi bambini e ragazzi che non possono andare in vacanza l’alternativa è stare sulla strada. Perciò, a Napoli vogliamo tenere aperte le scuole dal prossimo 15 giugno fino a settembre. Abbiamo stanziato 4 milioni e 100mila euro, destinati a 275 istituti partenopei. Il nostro impegno è deciso e immediato.La misura non riguarda solo Napoli...Ci sarà un bando, pubblicato sul sito www.areearischio. it, destinato a 4 aree metropolitane (Napoli, Palermo, Milano e Roma) per un investimento complessivo, con mio decreto, di 10 milioni di euro in 541 istituti scolastici. Ci vuole un esercito di maestre ed educatori, per occupare spazi di cui potrebbe impossessarsi chi ha altri progetti sulla vita dei ragazzi. Ma non possiamo ragionare solo a breve termine... Cosa altro pensate di fare?Prendiamo il territorio di Napoli, la cui area metropolitana conta 450mila studenti: qui c’è un tasso di dispersione scolastica tra il 27 e il 30%, a fronte di un dato italiano fra il 15 e il 17% ed europeo sul 10%. Un quarto della popolazione scolastica dunque si perde per strada, in un territorio dove c’è una presenza pervasiva della camorra e un alto numero di omicidi, talvolta commessi da giovanissimi. Perciò, ridurre la dispersione scolastica è un imperativo.La tragedia della piccola Fortuna nasce in un contesto d’omertà imposta da adulti. Cosa può fare la scuola per leggere in tempo il disagio negli occhi dei bambini?La scuola può stare in ascolto, come fanno certi educatori e insegnanti straordinari che ho conosciuto a Caivano, nei Quartieri spagnoli e in altri territori del Paese. Noi dobbiamo insistere ancor di più nella formazione dei nostri insegnanti. E non dobbiamo lasciarli soli di fronte alla responsabilità di capire cosa può voler dire uno sguardo assente o una distrazione costante di un bambino. Poi c’è il rapporto con le famiglie. Una mamma napoletana di Rione Sanità mi ha detto: ci dovete obbligare a mandare i nostri figli a scuola. È un appello drammatico al quale va data risposta.Come?Oggi, ad esempio, la procedura della denuncia dell’inadempienza all’obbligo scolastico è complessa e si potrebbe intervenire per via legislativa per renderla più accessibile.La mafia, ammoniva il giudice Caponnetto, teme la scuola più della giustizia. Come si fa a proporre alternative alla subcultura di Gomorra?Nel medio e nel lungo termine, la scuola è decisiva. Perciò, nei prossimi anni investiremo 150 milioni di euro. Ci vogliono costanza e progetti concreti, per cambiare il futuro di questi ragazzi.
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