giovedì 1 settembre 2016
Il ministro Lorenzin: cambieremo la campagna. Scienza&Vita: polemiche inutili
EDITORIALE Quei manifesti e la questione elusa (Francesco Ognibene)
La campagna e le polemiche
Fertility day, Renzi: misure strutturali
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"Non conosco nessuno dei miei amici che fa un figlio perchè vede un cartellone pubblicitario". Così Matteo Renzi commenta, dai microfoni di Rtl la campagna per la lotta all'infertilità voluta dal ministro Lorenzin e finita subito al centro di violente polemiche. Una scelta personale fa capire il premier, da qui la presa di distanza. "Non sapevo niente di questa campagna - dice Renzi commentando l'iniziativa del ministro Lorenzin -, non l'ho neanche vista. Se vuoi creare una società che scommetta sul futuro e torni a fare figli devi intervenire sulle cose strutturali. La questione demografica esiste, ma la vera questione è un ragionamento complessivo", spiega il presidente del Consiglio. "Le persone fanno figli se possono finalmente avere un lavoro a tempo indeterminato, investire su un mutuo, avere l'asilo nido sotto casa. Questa è la vera campagna. Abbiamo fatto anche interventi fiscali, ma servono le condizioni strutturali. Litigare su una campagna di comunicazione, non credo sia un tema", sottolinea il premier riferendosi all'iniziativa legata al Fertility Day del prossimo 22 settembre. E se ministero e ministro ribadiscono che non è stata colta la natura dello spot, che voleva essere informativa sui rischi legati a ritardare la maternità, le polemiche politiche e sui social non accennano a placarsi. Lo slogan del Fertility Day è "conoscere per essere libere di scegliere", non è nostra intenzione fare una campagna per la natalità, ma fare prevenzione perché l’infertilità è una questione di salute pubblica" ha spiegato Lorenzin. Scatenate le opposizioni che arrivano a chiedere, per voce della Lega con Roberto Calderoli, le dimissioni del ministro. Mentre il M5s annuncia un'informativa per chiedere i costi dell'iniziativa. "Vorremmo sapere se da parte del ministro ci sia stato un evidente errore oppure se la sua idea era quella di realizzare una campagna di parte per far contento qualcuno" dice la capogruppo grillina Laura Castelli. A difendere la campagna invece molti deputati di area centrista che giudicano esagaerate le polemiche e chiedono di parlare di contenuti e non di ideologie. "Un merito va riconosciuto a questa campagna: quello di aver acceso i riflettori su un tema come quello della fertilità rompendo un tabù e sull'importanza della salute delle donne e delle coppie" dice Paola Binetti, deputata di Area popolare. In serata la decisione del ministro della Salute di rivedere la campagna: le due cartoline che hanno fatto più scalpore (quelle della clessidra e quella che dice datti una mossa) saranno riviste. Lorenzin si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa precisando che il costo della campagna è stato di 28 mila euro(qualcuno aveva parlato di 200mila).

"Del tutto inutili le polemiche sulle modalità comunicative del Fertility Day previsto per il prossimo 22 settembre". Questo il commento di Emanuela Lulli, ginecologa e consigliere nazionale dell'Associazione Scienza & Vita. "Certamente ogni modalità comunicativa può essere migliorata, ma nel caso di questo evento l'attenzione va posta prevalentemente sui contenuti e sullo spirito che lo anima. In tal senso – continua la Lulli - va riconosciuto al Ministro della Salute coraggio e senso di responsabilità nello scegliere, su un tema così sensibile e complesso (e in quanto tale anche mediaticamente 'scomodo'), di non rinunciare a rilanciarlo all'attenzione comune tramite questa iniziativa. Non si può certo negare né tacere l'esistenza del problema ingravescente della denatalità in Italia; così come emerge il bisogno di mettere in atto iniziative per informare ed educare, in modo scientificamente corretto, le giovani generazioni sul tema della fertilità, nei suoi vari aspetti". "E' altrettanto ovvio – prosegue il consigliere di Scienza & Vita - che questi contributi, da soli, non sono in grado di risolvere il problema delle scelte procreative degli italiani e della denatalità conseguente. Siamo infatti tutti ben consapevoli della concomitante necessità di incrementare le politiche a favore della famiglia e della scelta di mettere al mondo un figlio. Ma la necessità di promuovere anche questi aspetti non trasforma certo il Fertility Day in un evento di per sé negativo".

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