giovedì 30 ottobre 2014
Il ministro riferisce in Senato dopo gli scontri di ieri tra poliziotti e lavoratori delle acciaierie di Terni. Renzi: "Faremo le verifiche".
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All'indomani degli scontri a Roma, durante la manifestazione dei lavoratori dell'Ast di Terni, dove alcuni partecipanti al corteo sono rimasti feriti, il governo convoca a palazzo Chigi i sindacati e il premier Matteo Renzi, presente all'incontro, garantisce: su quanto accaduto ieri "faremo verifiche e prenderemo atti conseguenti". Ma la tensione con la Cgil resta alta. Susanna Camusso si rivolge al presidente del Consiglio e lo esorta "ad abbassare i manganelli dell'ordine pubblico". Renzi assicura ai sindacati che "portare a casa la vicenda Terni è un imperativo morale" per il governo, ed invita a "separare la vertenza sulle acciaierie di Terni "dal confronto politico", tranquillizzando le parti sociali sul fatto che "non vogliamo fare a meno del sindacato sulle trattative aziendali. Vogliamo dare garanzie sul piano industriale per Terni, vi chiedo un confronto serio, nel merito". Intanto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel primo pomeriggio ha riferito in Senato sugli scontri di ieri. "Esprimo personale solidarietà ai lavoratori dell'Ast e della polizia feriti ieri". "Serve un senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive" ha detto il minitro sottolineando di provare "amarezza" per il fatto che "una questione centrale come il lavoro stia diventando scenario di contrapposizione tra lavoratori". Alfano ha poi spiegato come dall'insediamento del governo si siano svolte 5.934 manifestazioni di rilievo e la stragrande maggioranza abbia avuto un corso assolutamente tranquillo. Circa la metà (2.350) hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali. "Se il Governo avesse voluto dare alla polizia linee di estrema durezza sui manifestanti avrebbe avuto migliaia di occasioni per farlo, Non l'ha mai fatto. Anzi, l'input dato è l'esatto opposto" ha detto. "Vogliamo istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni" ha poi annunciato Alfano sottolineando che le prossime settimana saranno difficili, per le tante crisi industriali aperte. Il titolare del Viminale ha poi affermato che l'intervento del segretario della Fiom Landini "ha contribuito a riportare la calma tra i manifestanti". Non si placa la polemica politica e il leader di Sel, Nichi Vendola, ritiene sia "indecente" che il titolare del Viminale resti al suo posto. Al termine del vertice a palazzo Chigi, il sottosegretario Graziano Delrio ha ribadito che il governo "è impegnato nel trovare una soluzione della vertenza", e ha scandito: "nessuno ha mai detto di alzare manganelli contro i lavoratori, questo governo non alza i manganelli contro i lavoratori". Sul fronte dell'impatto occupazionale, l'azienda ha parlato di un limite "minimo", ha aggiunto il ministro Federica Guidi, con un livello massimo di 290 esuberi: "Contando le mobilità volontarie, restano sul tavolo 140-150 esuberi", ha sottolineato. Il punto di partenza erano 550 persone in più. Il ministro ha anche annunciato che un nuovo tavolo sarà convocato al più presto. Parole accolte positivamente dal leader Fiom, Maurizio Landini: "Siamo pronti a sederci ad un tavolo se l'azienda confermerà un nuovo piano industriale purchè l'azienda tolga dal tavolo il vecchio piano industriale".  

La riduzione degli esuberi passa per la garanzia di mantenimento dei due forni e di volumi produttivi di almeno un milione di tonnellate di acciaio all'anno. Su queste basi i sindacati si sono detti disponibili a riaprire il tavolo che è stato convocato dal ministro giovedì 6 novembre in cui si tenterà di ridurre ancora il numero e si negozierà sugli integrativi aziendali. A far calare gli esuberi sono anche i circa 10 milioni che Ast risparmierà con gli strumenti per ridurre il costo dell'energia e altri 4/5 legati al taglio dell'Irap previsto in legge di stabilità. A smuovere la trattativa c'è stato anche l'impegno a pagare gli stipendi entro 4/5 giorni che, unito al ripristino dei turni, potrebbe portare al rientro dello sciopero cominciato una settimana fa. .Subito dopo l'ìincontro con i lavoratori Renzi è salito al Quirinale. Al centro dell'incontro con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano "un primo scambio di opinioni sulla nomina del prossimo Ministro degli Esteri". "Il colloquio -secondo quanto si apprende - è servito ad un giro di orizzonte sui temi dell'agenda del governo e dell'attività politico-parlamentare. Tra questi ultimi, la legge elettorale e il completamento della composizione di Corte Costituzionale e Consiglio Superiore della Magistratura".

 

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