venerdì 27 febbraio 2015
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La dismissione sarà un grande affare. Un business a nove zeri che farà la felicità dei venditori di slot-machines, che stanno spedendo  intermediari in mezza Europa: Polonia, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e gran parte deiu Balcani, fino in Macedonia. Perché la bozza di legge per il riordino del gioco d’azzardo contiene una grande opportunità per l’intero sistema. Nel giro di poco più di una anno almeno 250mila slot machine dovranno essere rimpiazzate dai nuovi apparecchi videolottery, che progressivamente  monopolizzeranno il mercato. Una buona notizia per i produttori di macchinette mangiasoldi, ma anche un’opportunità per i noleggiatori che acquistano le slot le 'affittano' ai punti scommesse. I terminali di vecchia generazione non verranno rottamati (le norme non lo prevedono) ma serviranno ad invadere altri mercati.  Mediamente una slot machine usata viene venduta a circa 200 euro. Basta moltiplicare per 250mila e si arriva a 50 milioni di euro. Denaro che consentirà ai gruppi più strutturati di espandersi all’estero grazie anche ai servizi di manutenzione e aggiornamento software degli apparecchi. Un’ipotesi che non fa dormire sonni tranquilli agli investigatori antimafia. Molti noleggiatori sono accusati di essere prestanome di capiclan. E poter esportare legalmente le slot consentirebbe alle cosche di poter reinvestire all’estero i proventi delle attività illecite. 

Negli ultimi mesi sono infatti entrate in vigore le normative che regolano i giochi a scommesse in Romania,Repubblica Ceca, Portogallo, mentre in Polonia si attende il 6 maggio. In tutti questi casi è previsto un regime fiscale agenvolato (non oltre il 5%) del volume d’affari, sebbene i gestori saranno obbligati a versare una quota del fatturato alla prevenzione del gioco patologico. Le aziende italiane sono leader mondiali nella produzione degli apparecchi da intrattenimento e la massiccia presenza sul territorio di slot da ogni genere ne faciliterà l’introduzione nei nuovi mercati, dove sperimentare le collaudate tecniche italiane per allargare la base di giocatori e moltiplicare in pochi anni il giro d’affari. La sostituzione degli apparecchi, oltre che ai dieci concessionari del gioco d’azzardo, potrebbe dare una mano ai conti delle imprese di produzione, noleggio e manutenzione degli apparecchi. Quelle stesse aziende che hanno manifestato allarme per la bozza di decreto legge. Se i concessionari non hanno nascosto la loro soddisfazione, vista la possibilità di rivedere al ribasso la tassazione e non vedersi pregiudicato il giro d’affari, al contrario produttori, noleggiatori e gestori non nascondono la delusione. «La tassa da 300 milioni per il 2015 e il rialzo dal primo luglio della pressione fiscale sugli apparecchi rendono di fatto impossibile l’attività della filiera. I gestori ricavano in media tra lo 0,9 e l’1,7 per cento della raccolta delle slot machine, è chiaro che un aumento del prelievo stimato attorno al 2,5% mette in ginocchio le aziende e le costringe alla chiusura», sostiene Massimiliano Pucci, presidente di Astro, l’associazione di una categoria «destinata a scomparire, almeno a leggere le bozze del provvedimento. A metà luglio dovremmo raccogliere i soldi da versare al Mef ma – avverte Pucci – è difficile pensare che una categoria sia disponibile a 'pagare' la propria estinzione». Altri, intanto, macinano risultati. Come Gtech (ex Lottomatica) che al completamento dell’acquisizione dell’americana 'International Game Technology' sarà con il marchio Igt il più grande operatore al mondo nel settore dei giochi e delle lotterie.

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