sabato 10 settembre 2016
Il rientro in classe è alle porte, ma non per tanti studenti disabili. Nocera (Fish): «Manca ancora il decreto delegato della Buona scuola». Speziale (Anffas): «Basta insegnanti non specializzati»
Scuola: «Sull'inclusione pericolosi passi indietro»
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L'anno scolastico che sta per iniziare non parte sotto una buona stella per le associazioni delle famiglie degli studenti disabili.«Siamo in totale alto mare e corriamo il rischio di un pericolosissimo passo indietro sull’inclusione scolastica dei disabili, nonostante le tante aspettative suscitate dalla Buona scuola», dice, preoccupato, Salvatore Nocera, esperto della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap e già prevede «forti disagi» per i 224.509 studenti disabili e le loro famiglie. «Il Ministero non ha ancora emanato il decreto delegato sull’inclusione – precisa Nocera – in mancanza del quale, per i ragazzi disabili, la riforma della Buona scuola non potrà avere effetto».

«Caos totale»

Il «caos è totale» anche sul versante della nomina degli Assistenti personali per la comunicazione (Aec), per gli alunni ciechi e sordi e per il servizio di trasporto. Finora in capo alle Province, queste competenze giacciono ora in un limbo istituzionale. «Soltanto ora le Regioni si stanno muovendo ma lo fanno in ordine sparso – aggiunge Nocera –. Il rischio reale è che tanti studenti non potranno andare a scuola o per la mancanza di servizi di trasporto o per l’assenza di insegnanti specializzati. Se entro settembre la situazione non dovesse sbloccarsi, siamo pronti a denunciare le Regioni per interruzione di pubblico servizio».

«Basta insegnanti non abilitati»

Di «disagi» e «discriminazioni» parla anche una durissima nota dell’Anffas, l’associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale. «Basta con la nomina di insegnanti non specializzati», tuona il presidente Roberto Speziale. Che aggiunge: «All’inizio di ogni anno scolastico ci troviamo di fronte a situazioni in cui si assegna una cattedra di sostegno ad un docente non specializzato, solo perché perdente posto nella stessa scuola o in una vicina, a totale discapito della qualità del sostegno che potrebbero fornire i docenti specializzati a disposizione, seppur precari e provenienti anche da altre province». Una «distorsione del sistema», puntualizza Speziale, «creata al solo fine di salvaguardare il posto per i docenti senza alcuna considerazione per quanto previsto dalla norma statale e dalle chiare indicazioni che ci vengono anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità». Speziale così conclude amaramente: «In altre parole, vi è attenzione a creare posti, quali che essi siano, senza nessuna attenzione per la qualità del sostegno!».

Niente posto per i vincitori del concorso

Stando poi a una rilevazione della Cisl Scuola, nemmeno gli insegnanti di sostegno vincitori dell’ultimo concorso hanno la sicurezza del posto. Per la scuola secondaria di secondo grado (superiori), in undici regioni non c’è nessun posto disponibile, nonostante ne siano stati messi a concorso diverse decine. Così in Liguria (36 posti a concorso, zero disponibili), ma anche in Emilia Romagna (64 posti a concorso, zero disponibili) e nel Lazio (149 a concorso, zero disponibili) e via elencando. In tre regioni (Campania, Calabria e Sicilia), è stata invece effettuata una sola assunzione, anche se i posti messi al concorso erano rispettivamente 105, 31 e 62.

Sul sostegno una «vera Babele»

Un duro giudizio sull’operato del governo arriva dal sindacato autonomo Anief, che parla di «vera Babele» sul sostegno ai disabili. «Se si vuole risolvere il problema una volta per tutte – dichiara il presidente nazionale Marcello Pacifico – occorre cancellare la legge Carrozza del 2013, che ha introdotto il limite massimo del 70 per cento dell’organico di diritto rispetto ai posti vacanti. Bisogna finirla con i posti del sostegno in deroga. L’opportunità per farlo c’è: basta dare attuazione alla sentenza della Consulta n. 80/2010 che ha chiesto al Parlamento di superare il vincolo del 70%. Avere un docente su tre che ogni anno cambia, a chi giova? Quest’anno poi si è andati oltre, assegnando i posti a personale di ruolo non specializzato, dopo che ai colleghi con il titolo di sostegno è stato negato il trasferimento».

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