domenica 11 settembre 2016
Il ministro: «Ci vorrà ancora qualche settimana». E per i vincitori del concorso non ci sono posti. Le operazioni di chiusura delle graduatorie procedono a rilento.  EDITORIALE Scuola e immigrati: una realtà preziosa (Giorgio Paolucci)
Prima campanella. Ma tante cattedre vuote
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Prima campanella dell’anno, domani, per gli studenti di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria,Valle d’Aosta e Veneto. Gli alunni della Provincia autonoma di Bolzano erano già rientrati lo scorso lunedì 5 settembre, mentre quelli delle regioni mancanti lo faranno nei giorni prossimi. Quest’anno, comunicano dal Ministero dell’Istruzione, gli studenti saranno quasi 9 milioni (7.816.408 delle scuole statali e 939mila delle paritarie). In particolare, sono 978.081 gli alunni delle scuole dell’infanzia, 2.572.969 quelli della primaria, 1.638.684 i ragazzi della secondaria di I grado e 2.626.674 quelli della secondaria di II grado. Gli alunni diversamente abili sono 224.509. Fra le regioni con più alunni iscritti, la Lombardia che ne conta 1.190.393, seguono Campania (909.010), Sicilia (754.438) e Lazio (737.940). Per quanto riguarda le superiori, oltre 1,2 milioni di ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 831.739 un indirizzo tecnico, 546.716 un indirizzo professionale. Infine, sul territorio sono presenti 8.281 istituzioni scolastiche per un totale di 41.163 sedi.

Neppure il 2016 passerà nella storia della scuola italiana come l’anno con l’avvio regolare delle lezioni grazie alla presenza in cattedra di tutti i docenti di ruolo. Lo ammette indirettamente lo stesso ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che l’altro giorno ha detto ai giornalisti che «ci vorrà ancora qualche settimana» per completare l’assegnazione di tutte le cattedre ai docenti. Ma lo scenario è più complesso di quanto si pensi tra trasferimenti, assunzioni di ruolo e supplenze. Il tutto mentre il fronte dei docenti assunti di ruolo, ma assegnati fuori regione, prosegue le proprie proteste, soprattutto al Sud dove si assiste complice una maggior presenza di studenti al Nord - a tantissime assegnazioni nelle regioni settentrionali. Insomma un avvio tutt’altro che sereno. Almeno come clima generale.

 

Il ministero. «In due anni il governo ha immesso in ruolo quasi 120mila insegnanti tra piano straordinario di assunzioni e le immissioni che si chiuderanno nei prossimi giorni» commenta il ministro Giannini, annunciando la firma del decreto che dà il via libera alle assunzioni in ruolo di 29.720 docenti, di cui 22.499 posti comuni (cioè cattedre) e altri 7.221 per il sostegno. Numeri complessivi che devono essere suddivisi tra scuola dell’infanzia (3.632 posti comuni e 787 di sostegno), quella primaria (3.859 e 4.043), quella media inferiore (7.570 e 1.845) e quella superiore (7.438 e 546). Metà di questi posti sono riservati ai vincitori del concorso svoltosi nelle scorse settimane e l’altra metà sarà coperta attingendo dalle graduatorie ad esaurimento (Gae). Una quota ben più bassa dei 63mila posti a concorso, di cui si attendono ancora le graduatorie.

 

Il concorso. Altro punto dolente di questo avvio d’anno. Al ministero dell’istruzione confermano che si sta procedendo alla chiusura di tutte le graduatorie (ben 1.484). Secondo il conteggio del mensile Tuttoscuola, però, siamo - dati del 7 settembre - al completamento di 409 graduatorie (pari al 27,6%). Difficile immaginare che si arrivi al completamento entro il 15 settembre, data nella quale, secondo il ministero, si dovranno effettuare le assunzioni dei 29mila del decreto. Ironico, con un pizzico di amarezza, il commento dell’Associazione nazionale presidi (Anp): «Per l’Amministrazione centrale i dirigenti scolastici hanno ormai assunto la veste di “superuomini”, visto che, in assenza ancora del completamento delle graduatorie finali, dovrebbero in quattro giorni comunicare la disponibilità di posti, vagliare le domande e i candidati presenti in graduatoria e procedere a colloqui personali con i docenti presi in considerazione». Davvero impresa da supereroe.

 

Le supplenze: ecco il risultato di quanto raccontato fino ad ora. Il piano straordinario di assunzioni, la creazione dell’organico per il potenziamento e i posti del concorso, avrebbero dovuto far scomparire le supplenze annuali. Invece non sarà così, almeno per quest’anno. I posti vacanti saranno ancora migliaia. Duro e sconsolato il commento di Mariella Gissi, segretaria nazionale della Cisl-scuola: «Si è verificato quanto avevamo previsto sin dall’inizio. Stabilire le necessità di organico è complesso e si può fare soltanto a trasferimenti conclusi. E quest’anno i trasferimenti sui posti di ruolo, soprattutto da Nord a Sud sono stati ingenti, andando a coprire gran parte di quelli considerati disponibili per il concorso. Così si deludono le aspettative di quanti hanno partecipato al concorso, che dovranno ora sperare nei pensionamenti del prossimo triennio». Ma anche su que- sto fronte «le previsioni non sono rosee » aggiunge Gissi.

 

Concorso tra vincitori e bocciati è stato il tema dell’estate con molti aspiranti docenti di ruolo a raccontare la propria bocciatura nonostante in molti casi si trattasse di docenti precari da molti anni in cattedra. «Un meccanismo che non ha permesso di valutare davvero a pieno le capacità di questi docenti» dice ancora la segretaria nazionale della Cisl-scuola. Di parere diverso il dicastero di viale Trastevere, con il ministro Giannini a ripetere che «nel concorso si è puntato sul merito, sulle capacità dei candidati», dunque su una prova che facesse emergere i migliori. Infine, sempre la Cisl scuola segnala la discrepanza tra i posti messi a concorso e le cattedre effettivamente disponibili. Per alcune classi di concorso, per esempio la scuola primaria in tutto il Centro-Sud, i posti a disposizione sono pari a zero. «Inevitabile chiedersi – conclude Gissi – come possa verificarsi uno scarto così clamoroso fra le stime in base alle quali si è bandito il concorso e la realtà che i numeri ci restituiscono impietosamente ». In serata è intervenuto lo stesso ministro Giannini assicurando che «i vincitori del concorso saranno assorbiti nel triennio di validità delle graduatorie, come previsto dalla Buona scuola».

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