domenica 7 agosto 2016
Sono 148 gli istituti attivi nei quartieri «Lavorare in rete aiuta i nostri ragazzi». Dalle "Scampiadi" dello sport alla Città della Scienza, molte le iniziative proposte Presidi e ufficio regionale.
Periferie di Napoli Estate a scuole aperte
COMMENTA E CONDIVIDI

Il suono della campanella accompagna l’impazienza dei bambini e i richiami dei più grandi dal portone della scuola fino ai cortili restituiti ai giochi. Un vociare allegro e spensierato, nonostante il sole e il caldo, che anima questa estate nelle scuole di Napoli che hanno aderito al progetto del ministero dell’Istruzione 'Scuola al Centro', semplificato poi in 'Scuole aperte'. Scuole cioè spalancate agli alunni, ai genitori, al territorio con una miriade di attività, per lo più incentrate su musica, teatro, sport, che confermano la vivacità e la creatività delle scuole napoletane, e in generale campane, e anche la volontà di essere al servizio dei cittadini, dei più fragili soprattutto.

 

Non è un caso che a Napoli partecipino al progetto istituti situati in periferia, in quartieri che sono un intreccio di problemi e di difficoltà: tra gli altri, quelli di San Giovanni a Teduccio, Scampia, Ponticelli, Poggioreale. «È un pezzo della 'buona scuola' – commenta Luisa Franzese, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale –. Napoli ha dimostrato di esserlo, partecipando con entusiasmo al progetto così come altre realtà sparse in Campania. Stiamo dimostrando come si deve lavorare in rete per concorrere tutti insieme alla formazione dei nostri ragazzi». 

 

L’interesse dei bambini e dei ragazzi è stato multiforme. I più piccoli sono stati coinvolti in corsi di giardinaggio, in laboratori musicali, di ceramica, di disegno, in gite. Alle medie e alle superiori qualche istituto ha preferito invece puntare sulla didattica per chi non aveva concluso con successo l’anno. 'Scuola al centro' ha comunque offerto l’occasione di stringere più forte i rapporti con associazioni di volontariato e di enti. Nei laboratori di Città della Scienza ad esempio i ragazzi hanno imparato come si estrae il Dna di una banana o si seziona una cozza.

 

A Scampia il maestro di karate Lello Andreozzi ha organizzato le 'Scampiadi', in occasione delle Olimpiadi di Rio. Gennaro, 7 anni, è uno dei suoi 560 allievi, tutti allenati gratuitamente. In tenuta da judoka il bimbo, in passato fatto bersaglio degli scherzi dei ragazzi più grandi, racconta adesso di sentirsi più sicuro, da quando frequenta la palestra di arti marziali e di sapere tenere a bada chi lo sbeffeggia, «senza mai essere violento» precisa. Dovunque poi sono stati invitati a prendere parte alle attività anche i genitori: così Lella ed Elena, mamma e figlia, hanno disegnato, e poi realizzato, piccola bigiotteria in ceramica. Entrambe hanno ritrovato il sorriso e puntellato un rapporto difficile, quasi spezzato dopo tristi episodi. Insieme troveranno la forza di superare le difficoltà, esempio da seguire anche per la 'buona scuola'. Il progetto del governo prevede complessivamente l’apertura delle scuole d’estate anche a Roma, a Milano e a Palermo, per combattere innanzitutto la dispersione scolastica e per garantire un presidio educativo, soprattutto nei contesti più difficili. «Il governo ha le risorse per farlo – ha puntualizzato il ministro Stefania Giannini –. Ci sono dieci milioni di euro per questa estate, a cui si aggiungeranno 120 milioni disponibili dal prossimo mese di settembre, in convergenza con i fondi Pon contro la dispersione scolastica». 

 

Nonostante il bando partito ad anno scolastico quasi concluso e i finanziamenti arrivati solo a luglio, le adesioni ci sono state e le attività stanno coinvolgendo diverse centinaia di bambini e ragazzi. Il primato di adesione spetta a Napoli e provincia con 148 istituti. Le scuole coinvolte sono 84 a Milano, 89 a Palermo, 94 a Roma. I fondi richiesti al Miur dalle scuole per portare avanti la novità ammontano a 5,8 milioni di euro, poco più della metà rispetto ai 10 milioni messi a bando per i mesi di luglio e agosto. A dirsi però non del tutto soddisfatti del progetto sono i portavoce del movimento napoletano 'Popolo in cammino', che per primi avevano chiesto le attività estive nelle scuole e anche alcuni capi d’istituto. A loro parere si tratta di un’iniziativa «improvvisata e tardiva», vista anche l’esiguità dei fondi concessi (appena 15mila euro). Secondo la preside dell’istituto comprensivo Bordiga, Raffaella Seccia, a Ponticelli, invece, siamo di fronte a «un tentativo finalmente concreto di mettere in rete non solo le scuole ma anche i quartieri, specialmente quelli più a rischio».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: