sabato 9 gennaio 2016
Due denunciati, 80 i lavoratori coinvolti. Il prefetto: lo Stato non molla.
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«E due!». È soddisfatto il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, annunciando l’operazione delle forze dell’ordine contro il caporalato e lo sfruttamento dei migranti nella Piana di Gioia Tauro. La seconda, appunto, dopo quella dello scorso 11 novembre. «Lo Stato non molla, non torna indietro – avverte –. Lo devono capire tutti. Dobbiamo debellare questa gravissima ferita della Piana di Gioia Tauro». Ieri l’operazione interforze é scattata alle 4,30 per contrastare le nuove modalità di 'arruolamento'. Infatti dopo l’incremento della sorveglianza messo in campo in conseguenza delle aggressioni ai migranti, i caporali avevano giocato la mossa di anticipare gli orari. Ieri la contromossa delle forze dell’ordine. Controllate quattro aziende agricole nei Comuni di Melicucco e Serrata, eseguite due perquisizioni domiciliari e 73 personali, identificati due caporali del Burkina Faso e denunciati alla Procura di Palmi, trovati 80 lavoratori africani, tutti con regolare permesso di soggiorno, nessun 'clandestino' e addirittura tutti con contratto. È la nuova strategia degli imprenditori. «C’è una parvenza di legalità con la formale assunzione di immigrati regolari ma lo sfruttamento c’è ugualmente, si affina – spiega il direttore provinciale dell’Ispettorato del lavoro, Giuseppe Patania –. È sulla paga e sull’orario. Sulla carta ricevono 44-45 euro al giorno, in realtà 25 nella migliore delle ipotesi. E l’orario va molto oltre le 6-8 ore previste dal contratto, e va dall’alba al tramonto. Per scoprire queste illegalità serve però la collaborazione dei lavoratori, se no il contrasto diventa difficile». L’operazione, condotta da Carabinieri, Polizia, Finanza e Forestale, è scattata in occasione del sesto anniversario della rivolta dei migranti a Rosarno. «Lo abbiamo deciso – spiega il prefetto – proprio per rimarcare la necessità di intervento e collaborazione di tutti. Ciascuno deve fare la propria parte per rispettare le norme sul lavoro e l’intermediazione. Questi lavoratori meritano che la loro dignità sia rispettata». Un’operazione che è andata avanti per tutta la mattina. Mentre alle 11 scendevamo in autostrada verso Reggio Calabria, abbiamo potuto osservare un furgone bianco carico di migranti 'accompagnato' da numerose auto dei carabinieri e della Finanza. «La presenza dello Stato c’è, è forte, per evitare ogni forma di sfruttamento » sottolinea il questore Raffaele Grassi assicurando, infatti, che «le inchieste non sono finite, andiamo avanti zona per zona. Non ci fermiamo qui». E spiega che i caporali sono stati individuati sia per la disponbilità di furgoni per il trasporto, sia «per l’atteggiamento autoritario». «La nostra attività non cesserà» insiste anche il prefetto, così come conferma «la massima attenzione» sui casi di aggressioni ai migranti di Rosarno e sul tentativo di far salire la tensione. «Abbiamo creato una cornice di sicurezza. La tendopoli è presidiata dalle 17 alle 23 e per tutta la giornata ci sono auto delle forze dell’ordine che controllano la zona.  La presenza dello Stato vuole rassicurare e non creare allarme. Niente viene sottovalutato ». C’è poi l’emergenza umanitaria per la tendopoli/ baraccopoli. «Stiamo lavorando incessantemente – assicura il prefetto – per creare una cornice di ristabilimento delle condizioni civili. Una soluzione assolutamente provvisoria, per aiutare a passare l’inverno ». Sono state distribuite coperte e sacchi a pelo e nei prossimi giorni, dopo un incontro anche con personale del ministero del-l’Interno, «saranno allestite nuove tende e risanata l’area, eliminando le baracche e ripristinando le condizioni igienico-sanitarie anche nel capannone occupato dai migranti». No a container, invece, «perché la situazione va superata, non stabilizzata. La soluzione non può essere il ghetto». Dunque in tempi brevi solo interventi umanitari di tipo provvisorio. Poi, però, saranno necessari interventi normativi «in sinergia con la Regione». Il prefetto ne indica due: «l’housing sociale in collaborazione coi Comuni per l’affitto di case con agevolazioni; contributi agli imprenditori agricoli che garantiscono un’accoglienza dignitosa ai lavoratori».
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