martedì 5 maggio 2015
​Da Azzolini (Age) appello a Mattarella: «Intervenga per frenare una situazione intollerabile». Ma l’“educazione di genere” entra nel ddl di riforma. VAI AL DOSSIER
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Arriverà oggi al Quirinale, la petizione “Per una scuola che insegna e non indottrina”, promossa dal Movimento per la Vita, dall’Associazione italiana genitori, dall’Associazione dei genitori delle scuole cattoliche, dai Giuristi per la vita, da Provita onlus e sostenuta da altre 36 associazioni. Questa mattina, alla segreteria del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saranno consegnate le 180.517 firme, raccolte in poco più di due mesi, contro l’introduzione nelle scuole di iniziative per promuovere la teoria del gender. Nei prossimi giorni, le adesioni all’appello saranno consegnate anche al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.  «La petizione è stata promossa a causa della diffusa consapevolezza di una vera e propria emergenza educativa in atto – scrive in una lettera al Capo dello Stato, il presidente dell’Age, Fabrizio Azzolini – in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità. Abbiamo infatti assistito da quasi due anni all’introduzione, tanto preoccupante quanto subdola, della cosiddetta teoria del gender (che il Santo Padre ha denunciato come un’operazione di colonizzazione ideologica), nelle scuole di ogni ordine e grado, fin dagli asili nido».  L’appello a Mattarella è allora quello di intervenire per «porre fine, o almeno frenare, una situazione che nelle scuole diventa intollerabile». In caso contrario, avverte Azzolini, «si rischia di rovinare, fin dalla tenera età, i cittadini più deboli e più bisognosi di tutela e, in ultima analisi, l’Italia di domani».  Le preoccupazioni dei genitori sono, comunque, destinate ad aumentare. Tra gli emendamenti al ddl “Buona scuola”, approvati domenica in commissione Cultura della Camera, c’è anche quello della deputata Pd Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio in materia di pari opportunità, che introduce l’educazione alla parità di genere nelle scuole. «Il piano triennale dell’offerta formativa – si legge nella modifica al testo – assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di genere, la prevenzione alla violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle relative tematiche» come previsto dal piano di azione straordinario contro la violenza.  «Anche se non si parla apertamente di gender – sottolinea Azzolini – la preoccupazione e l’allarme ci paiono più che fondati. Soprattutto alla luce delle esperienze negative degli ultimi anni, quando, dietro il giusto intento di combattere le discriminazioni, sono state fatte entrare nelle scuole iniziative contro la famiglia e le differenze naturali. Non vorremmo che la storia si ripetesse».
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