mercoledì 26 agosto 2015
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Meeting oltre le attese per presenze e contenuti, nonostante il risparmio sui costi. E, a proposito di risparmi, dall’anno prossimo si taglia anche sulle parole, dopo averci abituato a titoli molto lunghi. "Tu sei un bene per me", sarà quello dell’edizione del prossimo anno, la 37esima, che si terrà dal 22 al 28 agosto ripetendo l’esperimento riuscito di iniziare nel corso della settimana avviato quest’anno. E nel giorno conclusivo segnato dall’intervento del ministro dell’Economia Padoan il Meeting annuncia il suo, di pareggio di bilancio. A fronte di una riduzione del budget di circa due milioni rispetto allo scorso anno (per un minore apporto da parte di sponsor e investitori istituzionali legato oltre alla crisi anche alla contemporanea Expo) i risultati finali non ne hanno risentito. Gli organizzatori parlano di presenze «sostanzialmente stabili» rispetto allo scorso anno e che in attesa dell’arrivo dei dati relativi alla serata finale dovrebbero stabilizzarsi sulle «800mila presenze», calcolate come ogni anno in base agli ingressi in fiera e alla partecipazione agli incontri. Le spese in totale ammontanti a circa 5 milioni e 400mila, e che generavano una "mancanza" - per stare nel tema di quest’anno - di circa 2 milioni, potranno essere coperte in gran parte grazie ai proventi della ristorazione, in linea con le attese; alle sottoscrizioni dei militanti andate molto bene, oltre le previsioni, già nel corso del Meeting e - novità di quest’anno - anche attraverso una maggiore contribuzione dei volontari, (circa 3mila) invitati, nei limiti del possibile e in base alle disponibilità, a rinunciare al contributo spese a carico dell’organizzazione. «Ci si aspettava che il Meeting della mancanza fosse anche un Meeting "mancante", e invece le previsioni vanno oltre le più rosee attese», dice una raggiante Emilia Guarnieri, presidente della kermesse. Un Meeting che è riuscito a far parlare di sé senza bisogno di arrivare ai giorni della politica protagonista. Un Meeting segnato, ben prima dell’arrivo del premier Matteo Renzi, già da interventi molto seguiti come quello del segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino o del presidente della Fraternità di Cl don Julian Carron, e da grandi ospiti stranieri, dalla first lady afghana Rula Ghani, all’argentino padre Charly, dai cardinali George Pell e Jean Louis Tauran a padre Ibrahim Alsabaugh, parroco siriano di Aleppo, per citare solo alcuni nomi fra i tanti che hanno lasciato il segno. «Si vede che c’è grande bisogno di ripondere alle domande ultime che interrogano il cuore dell’uomo, specie in questa fase difficile nella vita di tutti noi», conclude Guarnieri.
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