mercoledì 11 maggio 2016
Il senatore Endrizzi replica al ministro Alfano: «Basta dichiarazioni d’intenti, ora servono fatti».
INTERVISTA Azzardo, Alfano: disarmiamo le mafie
M5S: «Contro l’azzardo divieto assoluto di spot»
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«Sull’azzardo serve una scelta netta:  o si tutela la salute dei cittadini o si difendono le entrate del settore». Giovanni Endrizzi - senatore del M5S e parlamentare in prima linea per il suo partito su questo fronte - accoglie molto timidamente «le dichiarazioni d’intenti» pronunciate da Angelino Alfano nell’intervista di ieri ad Avvenire: «Aspettiamo il ministro alla prova dei fatti, perché le sue parole sono contraddittorie ». Scusi, ma il governo annuncia un’iniziativa «per rivedere la disciplina del settore con la massima garanzia di serietà e trasparenza finanziaria» e a voi non va bene? Il problema è che Alfano aggiunge una frase emblematica al suo ragionamento, ovvero 'con particolare attenzione al bilancio'. E affermare che l’Erario non deve perdere risorse da questo business per noi equivale a rassicurare le società del settore che non perderanno un centesimo neanche loro. Alfano però riconosce che la spesa che dovrebbe sostenere lo Stato per curare i ludopatici è decisamente superiore al gettito derivante dalle imposte sul gioco... Allora dovrebbe essere un motivo in più per cambiare verso. Un governo previdente contrasterebbe l’azzardo oggi per non spendere una fortuna domani nel curare centinaia di migliaia di persone. Il ministro garantisce più qualità ed efficacia nei controlli preventivi per spezzare il binomio mafia-azzardo. È un piano efficace per combattere il gioco illegale? Gli interventi dei nuclei di polizia sono certamente utili. Ma serve trasparenza sui soci occulti dei fondi di investimento delle multinazionali e dei soggetti con cui lo Stato stipula concessioni. Oggi questa trasparenza non c’è. Quali interventi vi aspettereste dal governo? Con due azioni l’esecutivo potrebbe smentire la nostra tesi che non lo vede desideroso di porre veri argini al dilagare di Azzardopoli. Primo: inserendo nel rinnovo delle concessioni di giugno l’obbligo per le società di ri- velare la propria identità, visto che ora è consentito l’anonimato. Secondo: votando l’abolizione totale della pubblicità. Non bastano i divieti di spot circoscritti a determinati orari? Il divieto parziale della pubblicità sull’azzardo, voluto dal governo nella legge di Stabilità, è solo uno specchietto per le allodole. Basta accendere la tv per accorgersene. Ma va allargata l’abolizione pure all’online e a quelle promozioni che offrono bonus per iniziare a 'giocare gratis', perché sono le prime dosi di droga regalate dallo spacciatore. Ci sono proposte di legge del M5S e di altri partiti ferme in Parlamento. Basterebbe calendarizzarle in Aula e votarle. Non si tratta di proibizionismo, perché non si agisce sull’offerta, ma sulla volontà di non creare un’impennata di nuova domanda soprattutto tra i giovani.
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