giovedì 21 luglio 2016
Il sindacato italiano librai della Confesercenti denuncia il comportamento di diverse amministrazioni, soprattutto del Nord, che anzichè distribuire i testi con il voucher, mettono a gara il servizio.
Librai e Comuni, la battaglia della cedola
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Librai e Comuni ai ferri corti sulla cedola per la distribuzione gratuita alle famiglie dei libri di testo della scuola elementare. Stando a una denuncia del sindacato di categoria Sil Confesercenti, un numero crescente di amministrazioni (soprattutto di Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna), aggira la legge che prevede l’utilizzo della cedola libraria, per mettere a gara, al massimo ribasso, il servizio di distribuzione dei libri. «Con questo sistema – denuncia Antonio Terzi, vicepresidente nazionale del Sil Confesercenti – la distribuzione viene affidata a poche, grandi aziende, cancellando di fatto la libertà di scelta delle famiglie e soffocando tanti piccoli librai, che non riescono ad applicare gli sconti pretesi dai Comuni. Che, non va dimenticato, violano la legge che prevede, invece, esclusivamente, la distribuzione attraverso la cedola».

Massimo ribasso

Da una rilevazione effettuata nei territori, il Sil ha scoperto che, in molte città, il servizio viene assegnato ai distributori che offrono ribassi intorno al 15%. «Che è esattamente il margine di guadagno dei librai», ricorda Terzi. «In pratica – aggiunge – i Comuni risparmiano la cifra che, in base alla normativa, dovrebbero riconoscere ai librai per il servizio di distribuzione, intascandosi soldi destinati ad altri. Insomma, violano la legge impoverendo i negozianti. Non escludiamo di ricorrere ai Tar per far valere i nostri diritti».

«Effetto devastante»

Complice anche la crisi, questa situazione ha comportato una lenta ma graduale moria di piccoli negozi. Il report 2015 del Sil parla di una flessione di 377 imprese attive tra il 2009 e il 2014. In questo quinquennio, infatti, le librerie iscritte alle Camere di commercio sono passate da 4.710 a 4.333. «L’effetto è stato davvero devastante per il settore», ribadisce Terzi. «Il sistema della cedola – osserva - può essere senz’altro migliorato, ottimizzato e informatizzato e noi librai siamo assolutamente disponibili anche con proposte già sperimentate. Questa modalità, però, resta la più efficiente e garantisce che i fondi destinati a librerie e cartolibrerie a queste arrivino, come prevede la prassi ministeriale».

«I Comuni pagano i continui aumenti»

Dal canto suo, l’associazione dei Comuni (Anci) riconosce che chi mette a gara la distribuzione, «lo fa soltanto per recuperare un po’ di risorse a fronte dei continui aumenti dei costi dei libri», dice Cristina Giachi, vicesindaco di Firenze e presidente della Commissione Anci Istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica. «Il costo dei libri delle elementari è di 93 milioni di euro all’anno ed è sostenuto interamente dai Comuni», ricorda Giachi. «Inoltre – riprende – ogni anno il Miur, su pressione degli editori e dietro sentenze del Consiglio di Stato, aumenta i prezzi aggravando ulteriormente la situazione. Lo scorso anno, per esempio, il costo è lievitato di un ulteriore 10%, a cui non è corrisposto un incremento dei trasferimenti statali. Che, anzi, sono sempre di meno».

Gratuità sì, ma non per tutti

Una soluzione al problema, già avanzata da Anci al Ministero dell’Istruzione, potrebbe essere l’introduzione del parametro Isee per la distribuzione gratuita dei libri. «Tante famiglie si possono permettere la spesa e non è giusto che siano trattate come quelle davvero bisognose – conclude Giachi -. Introducendo il modello Isee continueremo ad aiutare chi ne ha necessità, contribuendo anche a limitare le spese a carico dei Comuni».

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