mercoledì 9 dicembre 2015
La mancata registrazione potrebbe portare all'apertura di una procedura d'infrazione.
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L'Unione Europea, come previsto, ha aperto giovedì mattina una procedura d'infrazione contro l'Italia per il mancato obbligo di registrazione dei migranti. La Commissione Europea è pronta ad avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia sul fronte dei migranti. Una procedura che, salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe essere decisa oggi dalla Commissione e ufficializzata domani. Al centro è la raccolta delle impronte digitali dei migranti irregolari in base al Regolamento Eurodac del 2013, nel quadro delle norme di Dublino. In sostanza, si tratta di una banca data europea in cui confluiscono i dati sui richiedenti asilo e i migranti irregolari, in modo da potere identificarli qualora si trasferiscano in altri stati e ricostruire il primo paese Ue di ingresso. Secondo il regolamento, lo Stato membro di primo approdo ha l’obbligo di provvedere «tempestivamente al rilevamento delle impronte digitali di tutte le dita di cittadini di paesi terzi o apolidi di età non inferiore a 14 anni che siano fermati dalle competenti autorità di controllo in relazione all’attraversamento irregolare via terra, mare o aria della propria frontiera in provenienza da un paese terzo e che non siano stati respinti », il tutto entro 72 ore. Lo stesso vale per i richiedenti asilo. Secondo varie fonti, Bruxelles contesta all’Italia (e anche a Grecia, Malta e Croazia) la «non corretta applicazione del regolamento Eurodac». L’Italia è da tempo nel mirino di Bruxelles per le discrepanze tra il numero di arrivi e il numero di registrazioni. Già lo scorso 28 agosto la Commissione aveva inviato a Roma una lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sulla conformità con il regolamento Eurodac. E già nel 2014 - all’epoca della precedente Commissione guidata da José Manuel Barroso - la stampa svedese aveva parlato di una possibile procedura contro l’Italia, che allora fu smentita. Fonti comunitarie parlano adesso di un «atto dovuto». Anche se, a dire il vero, la situazione sta migliorando, con l’avvio dei primi hotspot (i centri di identificazione e accoglienza) con il sostegno di personale Ue. L’Italia anzi, a quanto si apprende ha fornito alla Commissione i dati più recenti per cercare di convincerla, due giorni fa era a Bruxelles lo stesso prefetto Mario Morcone, responsabile per l’immigrazione al Ministero dell’Interno. «Se dovesse arrivare questa procedura d’infrazione – ha commentato ieri il presidente della Camera Laura Boldrini, in visita a Bruxelles – sarebbe legata a pratiche di mancata identificazione del passato: ora è diverso, si riesce a fare molto di più». Non è, del resto, la prima procedura contro l’Italia in materia migratoria; Bruxelles già nel 2012 ne ha aperto un’altra sul fronte dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Boldrini ieri ha parlato di immigrazione in un contesto anche più ampio. «La Commissione – ha dichiarato – ha fatto bene a portare avanti la sua agenda per la migrazione: tuttavia per ora non sta funzionando, ma deve funzionare. È necessario subito un corridoio umanitario, o presto, in inverno, conteremo i morti». Secondo il presidente, «è necessario subito lavorare a un diritto di asilo europeo: non possiamo avere 28 politiche di asilo diverse».
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