giovedì 26 febbraio 2015
Da oggi a sabato il convegno scolastico organizzato come ogni anno da Diesse: 500 le tesine dalle scuole di tutta Italia. ​Quest'anno l'appuntamento è con Umberto Saba.
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Umberto Saba non figura nella hit-parade degli autori studiati a scuola. Per questo desta meraviglia che il poeta triestino sia stato scelto per l’edizione numero quattordici dei "Colloqui Fiorentini - Nihil Alienum", originale convegno scolastico nazionale per le scuole superiori, promosso ogni anno nel capoluogo toscano dall’associazione Diesse (Didattica e innovazione scolastica).  "Montale e la ricerca del varco"  fu il titolo della prima edizione nel 2001. Poi "Ungaretti. Cerco un paese innocente", "Pirandello. Personaggi in cerca d’autore". E ancora: Pascoli, Svevo, Pavese, Calvino, Dante, Leopardi, Manzoni, Foscolo, Verga, D’Annunzio fino a Saba, il cui vero nome era Umberto Poli, nato a Trieste nel 1883 e morto a Gorizia nel 1957. "Ode la voce che viene dalle cose e dal profondo" è il titolo di quest’anno. Ma «se meraviglia la scelta dell’autore, meraviglia ancora di più che questa – spiega Gilberto Baroni, uno degli ideatori – sia l’edizione che ha visto la maggiore partecipazione  di docenti e studenti. Abbiamo dovuto impegnare sia il Palazzo dei Congressi che il Palazzo degli affari di Firenze. Sono in 2mila ad arrivare da ogni parte d’Italia e ad aver lavorato per mesi nelle loro classi, inviandoci poi oltre 500 tesine e centinaia di creazioni di narrativa e arte». I lavori migliori saranno premiati sabato, al termine dei 'Colloqui', che si aprono stamani con l’intervento di Valerio Capasa, di Bari, membro del Comitato didattico. «C’è un solo genere di uomini a cui interessa la poesia – spiega Capasa –: quelli a cui interessa qualche cosa di più che la poesia. Quelli a cui, più che la poesia, interessa la vita. Per questo chi è appassionato alla vita finisce per appassionarsi di poesia». Ma cos’è che attrae della proposta dei Colloqui fiorentini? «Io credo – risponde Baroni – un “certo” modo di insegnare, che ha a che fare con una cultura dell’incontro e non del dominio. Noi incontriamo gli autori, come i nostri studenti e i nostri colleghi. Incontrare vuol dire aprirsi all’altro nella sua alterità, ascoltarlo, interrogarlo, facendo un cammino insieme, maturando un rapporto di amicizia. Fra di noi si respira un’altra aria rispetto al tran tran quotidiano, grigio e impoetico. E si sperimenta che la scuola può diventare l’ambito in cui 'conoscere è un avvenimento', come recita la formula sintetica di tutti i nostri convegni. L’avvenimento di un incontro, di una scoperta personale, di un’amicizia perenne con un autore, con i compagni con cui si è lavorato, con i colleghi con cui ci si è confrontati. E chi ha sperimentato questo, non solo ritorna, ma coinvolge altri».  Alla tre giorni fiorentina, che comprende anche attività didattiche collaterali in giro per la città, interverranno come relatori Pietro Gibellini, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Cristina Benussi, dell’Università di Trieste, il poeta Davide Rondoni e Gianfranco Lauretano, direttore della rivista letteraria 'Clan-Destino'. Ha assicurato la sua presenza anche il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi.
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