venerdì 12 agosto 2016
Dal 2012 a oggi gli interventi dei vigili del fuoco sono scesi del 50%. Ma nel 2016, denuncia il commissario Cafagna, sono saliti del 10%.
 In 4 anni calati i roghi. Ora però si riaccendono
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Calano di più del 50% i roghi di rifiuti nella 'terra dei fuochi', tra il 2012 - quando grazie alla campagna di Avveniresi alzò l’attenzione sul dramma di quel territorio - e oggi. Così risulta dai dati degli interventi dei vigili del fuoco nelle province di Napoli e Caserta. Ma nell’ultimo anno la riduzione ha rallentato e, addirittura, nel Casertano i roghi sono tornati a crescere. «Siamo arrivati allo zoccolo duro del fenomeno, quello più difficile da contrastare », ci spiega il prefetto Donato Cafagna, commissario governativo per la 'terra dei fuochi' proprio dal 2012. Ma annuncia una serie di iniziative nelle aree più colpite e contro le aziende, spesso 'in nero', che scaricano abusivamente rifiuti. Partiamo dai dati dei vigili del fuoco. «Nel primo semestre del 2012 – riferisce all’agenzia Askanews il comandante provinciale di Napoli, Gaetano Vallefuoco – nei 92 comuni della provincia erano stati effettuati 1.134 interventi. 

Da gennaio a giugno del 2016 ne abbiamo registrati 540». Un calo del 53,3%. In tutto il 2012 erano stati 2.688 contro i 1.546 dello scorso anno (42,5%). Un calo confermato anche nei comuni più a rischio, quelli inseriti nel 'Patto per la terra dei fuochi', in tutto 90 tra 56 napoletani e 34 casertani. Ebbene nei primi si è passati da 2.129 interventi del 2012 ai 1.246 del 2015 (-40%). Analoghi i risultati nel Casertano, come conferma il comandante provinciale Domenico De Bartolomeo. Nel periodo gennaio-aprile di quest’anno gli interventi sono stati 161 rispetto ai 417 del 2012 (-55%). Il totale di quattro anni fa era stato di 1.296 interventi, contro appena 480 del 2015 (-60%). Calo identico nei 34 comuni del Patto: 968 interventi nel 2012 e 363 nel 2015 (-60%).

«Rispetto all’inizio dell’attività nel 2012 sicuramente c’è stata una contrazione, ma negli anni sta progressivamente diminuendo e ora stiamo toccando lo zoccolo duro ed è sempre più difficile incidere », spiega il prefetto Cafagna. Infatti nel primo semestre di quest’anno la riduzione degli interventi nella provincia di Napoli è stata solo del 10% rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre in quella di Caserta siamo a un aumento del 10%. «La responsabilità maggiore è nel forte fenomeno dell’abbandono dei rifiuti – precisa il commissario –. Non si tratta, quindi, di incendi tipici di rifiuti, ma di incendi che coinvolgono anche rifiuti.

Non è un’attività di smaltimento abusivo attraverso l’incendio di rifiuti, ma un abbandono. Una presenza così notevole di rifiuti sul territorio determina che vengano bruciati, anche da soggetti terzi che in assenza di interventi di rimozione da parte dei comuni che sono in difficoltà, in qualche modo se ne liberano». Particolarmente colpita la zona costiera di Castel Volturno e Mondragone, dove si è concentrata l’attenzione del contrasto. «Ci siamo poi impegnati nell’area di Giugliano –spiega Cafagna – dove c’è stato nell’ultimo periodo un forte calo degli incendi, proprio grazie ad uno sforzo particolare con tre pattuglie fisse di militari che h24 controllano il territorio e lo stesso con due pattuglie nell’area di Afragola, Caivano e Acerra».

L’altro punto dove l’attenzione è massima è nel Vesuviano soprattutto per lo smaltimento dei rifiuti tessili. Anche qui stanno operando pattuglie dedicate di militari ma anche attività specifiche di controllo sulle aziende. Infine in accordo col Parco del Vesuvio e la Prefettura e la Forestale sarà svolto un monitoraggio delle strade che sono usate per l’abbandono dei rifiuti.

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