sabato 8 ottobre 2011
A Castel Volturno, in un’area di oltre 7mila metri quadrati, la camorra aveva sotterrato tonnellate di immondizia ad alto rischio. I bidoni nascosti sotto uno strato di cemento.
Nuova e micidiale scoperta nello «sversatoio d’Italia» di A. M. Mira
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In gergo mondezzaio si dice "tombare", cioè interrare e coprire con il cemento i rifiuti resi inerti, pratica purtroppo frequente. L’immondizia sotterrata invece tra le fondamenta del parcheggio di un noto resort a Castel Volturno, nel Casertano, non era innocua né tanto meno conosciuta: a sapere che era lì, e da parecchio, era chi ce l’aveva portata. Emilio Di Caterino, collaboratore di giustizia da quando è in carcere (16 ottobre 2008) in precedenza killer dell’ala scissionista del clan casalese dei Bidognetti capeggiata da Giuseppe Setola - il gruppo di fuoco che ha terrorizzato e insanguinato il Casertano dalla primavera all’estate del 2008 - ha guidato magistrati e agenti su quella che si è rivelata una delle discariche abusive più grandi della Campania. Sversatoio con tonnellate di rifiuti pericolosi. Ieri mattina il sopralluogo in via Fiumicello a Castel Volturno dopo le rivelazioni del collaboratore di giustizia che hanno avvalorato l’attività di indagine sul traffico di rifiuti gestito dai casalesi coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. La processione di auto e di blindati si è fermata davanti all’Hyppo Kampos, frequentatissimo complesso polifunzionale per il divertimento e il relax con ristorante, bar, piscina, maneggio, ma i gestori sono del tutto estranei. «La spazzatura è qui», ha detto Di Caterino indicando l’ampio parcheggio. Sotto, coperto da uno strato di cemento, c’era lo sversatoio, di circa 7mila metri quadri, con i bidoni e con i sacchi di juta pieni di rifiuti a tal punto induriti che le ruspe non sono riusciti a spostarli, si provvederà poi con attrezzature adeguate alla rimozione. I lavori di recupero dei bidoni e dei sacchi sono stati sospesi a causa delle esalazioni provenienti dai rifiuti tossici. Due vigili del fuoco sono stati colti da un lieve malore. Per il momento i tecnici dell’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente, hanno fatto prelievi a campione e nelle prossime settimane saranno in grado di dire con precisione quali sostanze sono state sotterrate.Di certo c’è materiale radioattivo, poiché la speciale apparecchiatura in dotazione ai vigili del fuoco per verificare la presenza di tali sostanze si è attivata in più punti. Nel terreno, ha raccontato Di Caterino, venivano scaricati interi Tir carichi di rifiuti pericolosi provenienti dal Nord Italia, da Bergamo e dintorni in particolare. Era il 1994, pochi anni dopo il patto scellerato sottoscritto da camorra, imprenditori e massoneria per avviare un proficuo traffico illegale di rifiuti. Inizialmente la Campania doveva solo essere un luogo di transizione, soprattutto verso la Somalia. In seguito, di fronte alle difficoltà del trasporto internazionale dei rifiuti tossico-nocivi è diventata anche luogo di stoccaggio. Se quello scoperto a Castel Volturno è tra i più grandi sversatoi abusivi, di certo non è l’unico in quest’area del Casertano, una delle mete preferite dalla camorra per scaricare i rifiuti. Numerosi i Comuni nel cui territorio ci sono altissime concentrazione di discariche abusive controllate dalla camorra. Da Villaricca a Qualiano, da Giugliano a Lago Patria. E poi Castel Volturno, Santa Maria La Fossa,  Baiano, Acerra, Nola, Marigliano e altri ancora. Una situazione grave le cui conseguenze sono ancora indefinibili per la salute e per l’ambiente. In Campania infatti sono stati censiti 5.281 siti contaminati o potenzialmente contaminati.
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