giovedì 8 settembre 2016
​Una donna, madre di sei figli, si risveglia dal coma dopo quasi quattro anni e ricorda perfettamente le parole delle canzoni che hanno segnato i momenti di tutta la sua vita.
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Una donna, madre di sei figli, si risveglia dal coma dopo quasi quattro anni e ricorda perfettamente le parole delle canzoni che hanno segnato i momenti di tutta la sua vita. «Rose rosse per te», scandisce la nipote accanto al letto d’ospedale. «Ho comprato stasera », sussurra Rosalba con la sicurezza di chi ha cantato mille volte quel successo di Massimo Ranieri. È il trionfo della gioia e della speranza. Gioia dei figli che non si sono arresi e hanno visto quella madre, che sembrava morta, tornare in vita. Speranza di medici e infermieri che svolgono il loro lavoro con competenza, professionalità e passione.  Il caso di Rosalba Giusti, 68 anni, palermitana, è il caso che sta facendo discutere la sanità siciliana in questi giorni e regalando una speranza a tutti i familiari di persone nelle sue stesse condizioni. Un 'miracolo' vivente, a giudicare dalla complessità della malattia che aveva causato quel coma profondo e una diagnosi di stato vegetativo. Ma Rosalba si è risvegliata nel reparto neurolesi dell’ospedale Bonino Pulejo di Messina, come ha raccontato 'Repubblica' di Palermo, è ancora paralizzata, ma per lei e la famiglia è l’inizio di una nuova battaglia, che punta a rendere possibile risvegli e riabilitazioni anche in altre città. «Migliora giorno dopo giorno, non sappiamo quale recupero potrà avere, ma per noi è già un successo straordinario», racconta Vincenzo Caravello, il penultimo dei figli della signora, che ogni settimana, da quel fatidico 5 dicembre 2015, aspetta il giorno in cui poter staccare dal lavoro e raggiungere la mamma a due ore e mezza di strada per vederne i progressi. «Quando mi dissero che si era risvegliata, non riuscivo a crederci, è stata una felicità immensa», sorride e ringrazia per l’entusiasmo generato dalla storia. I figli hanno registrazioni e video che testimoniano quel risveglio straordinario dal limbo in cui la donna era confinata da 45 mesi, dopo la violenta emorragia cerebrale. Anche la neurologa Patrizia Pollicino di Messina è sorpresa: «Un anno fa avrei risposto che era impossibile». La donna conosce i nomi di medici, infermieri, evidentemente riusciva a percepirli anche chiusa nel suo silenzio. I figli non smetteranno mai di ringraziare il personale del Bonino Pulejo di Messina, ma anche Giancarlo Perra, neurochirurgo del Civico di Palermo, che ha tentato il tutto per tutto in sala operatoria il 6 marzo 2012. E ha avuto ragione. Racconta con entusiasmo come è riuscito a intervenire su quell’aneurisma della basilare con una derivazione ventricolare esterna, «l’intervento neurochirurgico più difficile, ma dà i suoi frutti», sostiene Perra, che da 40 anni si occupa di coma e non ha mai smesso di sperare per la paziente. «Questo apre molti spiragli – aggiunge –. Il cervello ha un meccanismo che riduce al minimo l’attività per far bastare quel po’ di ossigeno che gli arriva e la fase di recupero è lunga». Sul caso interviene Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita: «L’ennesima dimostrazione che la vita continua a pulsare anche nello 'stato vegetativo'. Ci auguriamo che i paladini dell’eutanasia riflettano con onestà intellettuale».
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