sabato 13 agosto 2016
Il Comune di Ostana ha deciso di mettere sul mercato borgata Ambornetti per farne un albergo diffuso. «Per noi questo bando significa riqualificazione e posti di lavoro», dice il sindaco Giacomo Lombardo
Borgo alpino in vendita a 120mila euro
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Trent’anni fa ha rischiato di scomparire e oggi si mette in vetrina per attirare l’interesse di nuovi acquirenti. Ostana è un piccolo borgo di ottanta abitanti, in provincia di Cuneo, a una novantina di chilometri da Torino. Un balcone naturale a 1.250 metri di altezza, con vista sul Monviso, inserito nella rete dei più bei borghi d’Italia. L’amministrazione comunale, dopo aver ristrutturato, anni fa, anche con il contributo del Politecnico del capoluogo piemontese, la borgata di Sant’Antonio, dove è sorto un centro culturale con foresteria e ristorante, ha ora messo in vendita per 120mila euro, borgata Ambornetti. Lo scopo è farne un albergo diffuso. «Per noi questo bando significa riqualificazione culturale e ambientale e posti di lavoro», dice il sindaco Giacomo Lombardo. Il termine per la presentazione delle offerte è stato fissato a mezzogiorno del 6 settembre. Il bando è pubblicato su www.borghialpini.it.

Fiocco azzurro dopo trent’anni

La rinascita di Ostana è anche nel viso sorridente di Pablo, sei mesi, ultimo nato del paese. Dopo quasi trent’anni dall’ultimo lieto evento, la comunità ha potuto festeggiare, guardando con maggior fiducia al futuro. «Nell’immediato dopoguerra – racconta il sindaco – Ostana ha rischiato di scomparire. Erano rimasti in cinque. Ma in tanti, subito dopo la pensione, sono tornati. E, rimboccandosi le maniche, hanno deciso di far rivivere il paese». L’arrivo del piccolo Pablo ha quindi riportato un po’ di ottimismo. «Ormai non ci speravamo più – scherza Lombardo – Per quasi tre decenni da queste parti non è nato nessuno. Anzi. Le persone andavano via, dirette a Torino o a Cuneo». Con Pablo il paese ha riacquistato fiducia.

«L’esempio sia contagioso»

«Speriamo che questo percorso di valorizzazione di beni abbandonati sia di esempio ad altre realtà», commenta Marco Bussone, vicepresidente dell'Uncem Piemonte.

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