mercoledì 9 marzo 2016
​Consiglio di Stato sospende la decisione del Tar. Soddisfatta la preside: "ci siamo attenuti alla legge".
Bologna, autorizzata benedizione a scuola
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Il presidente della sesta Sezione del Consiglio di Stato ha accolto la sospensiva, richiesta dal Ministero dell’Istruzione, degli effetti della decisione del Tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna, che un mese fa aveva annullato la delibera con cui il Consiglio di Istituto delle scuole Carducci, Fortuzzi e Lavinia Fontana di Bologna, aveva autorizzato le benedizioni a scuola. «Non possiamo che essere molto soddisfatti – afferma la preside Daniela Turci –. Adesso aspettiamo il 28 aprile». La sospensione della decisione del Tar, infatti, sarà valida fino a quella data, giorno dell’udienza in Camera di consiglio a Roma.  «Noi ci siamo sempre attenuti alla legge – prosegue la dirigente scolastica – che dagli anni ’90 consente ai Consigli di Istituto di decidere autonomamente su temi quali le benedizioni degli edifici scolastici, rigorosamente al di fuori degli orari di lezione. Ci era sembrato incredibile che per un ricorso di 11 persone, tra genitori e docenti, di un Istituto comprensivo che conta 1.100 alunni e quindi 1.100 famiglie, senza contare il corpo insegnanti, il Tar avesse annullato, solo nel nostro Istituto, gli effetti di una legge solida e rispettata da tutti». Il Tribunale amministrativo regionale, infatti, aveva eliminato la delibera del Consiglio d’Istituto e la convenzione stipulata con i parroci, ritenendo che la benedizione fosse un rito religioso e non un’attività formativa o culturale e che di conseguenza non potesse essere consentita in locali scolastici. Di parere contrario il Ministero dell’Istruzione, che ha, appunto, presentato ricorso al Consiglio di Stato. Autorizzare la benedizione pasquale in orario extra-scolastico e su base volontaria, è uno dei punti su cui insiste il ricorso, non ha comportato nessuna discriminazione. Nel ricorso, depositato dall’avvocatura generale dello Stato, si sottolinea inoltre che «le precise modalità con cui è stato consentito l’uso dei locali » escludono, «da un lato, qualsiasi presunto “coinvolgimento” discriminatorio della scuola rispetto ad altre confessioni religiose e, dal-l’altro, che vi sia stata, comunque, lesione del diritto di libertà di religione». Ora bisogna solo aspettare di vedere il risultato definitivo, ma la preside Turci è comunque determinata ad andare avanti. «Avevamo ipotizzato anche di fare la benedizione sul marciapiede di fronte alla scuola, per affermare un principio di libertà e inclusione per noi imprescindibile – continua la preside –. Non si può pensare di escludere tutto ciò che ha un carattere identitario in nome di un principio di “laicismo”, che poco c’entra con la laicità del nostro Stato, sempre più paragonabile a una scatola vuota e sterile. Noi a scuola non insegniamo questo e, anzi, cerchiamo di promuovere con tutte le nostre forze l’inclusione, non certo l’esclusione». Allora la benedizione si farà? «Niente ce lo impedisce – conclude la professoressa Turci –. Io non ho nulla contro. È il Consiglio di Stato che ci autorizza a farla. Il come ce lo dice il Consiglio stesso: in orario extrascolastico e su base volontaria».
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