giovedì 2 ottobre 2014
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​Si allarga il fronte del contrasto al gioco d’azzardo patologico (Gap) da parte delle Regioni. L’ultima assise a legiferare, nel 2014, è stata quella del Friuli Venezia Giulia che si va ad aggiungere alla già corposa lista delle regioni "no slot" composta da Liguria, Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo e Trentino Alto Adige. Ma altre regioni, come Umbria, Piemonte e Basilicata, quest’anno, o al massimo entro il 2015, si doteranno di norme per porre un freno ai tantissimi giocatori – circa un milione – per i quali il gioco si è trasformato in patologia, e arginare il numero di chi – siamo a tre milioni – è a forte rischio.Il Piemonte, dove la spesa per il gioco d’azzardo supera i 5 miliardi di euro e i pazienti con problemi patologici sono quadruplicati in pochi anni, il Consiglio regionale, nell’ultima legge finanziaria, prevede all’articolo 7 una serie di misure sull’argomento. Dal primo gennaio 2015 la normativa regionale prescrive che per tre anni l’aliquota Irap sia ridotta dello 0,92% per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92% a carico di quegli esercizi nei quali le macchinette resteranno installate. E comunque il provvedimento approvato a Torino chiarisce che «la Giunta regionale definisca linee di indirizzo e presenti al Consiglio regionale un piano triennale per prevenire e ridurre il rischio dal Gap e il contrasto alla dipendenza, ma anche per il trattamento terapeutico ed il recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da Gap», oltre ad attuare misure che «promuovano la consapevolezza sui rischi».E la terza commissione consiliare del massimo ente territoriale dell’Umbria ha approvato, proprio in settimana, quella che potrebbe presto diventare la legge regionale contro l’azzardo. Nelle prossime settimane il provvedimento affronterà il voto dell’Aula.La Basilicata ha più volte affrontato il problema in Consiglio regionale. Ma non ha ancora legiferato in merito. Un’iniziativa in tal senso, tuttavia, sembra vicina. Nella scorsa primavera, una proposta di legge regionale presentata da consiglieri di diverse forze politiche, puntava, tra l’altro, a creare un osservatorio con il compito di monitorare il fenomeno, e a predisporre incentivi agli esercizi commerciali che decidono di disinstallare le "slot".
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