mercoledì 20 luglio 2016
​Destinato a diventare un assistente personale, il robot è stato disegnato e prgettato dall'Istituto italiano di tecnologia di Genova. L'inventore: le prospettive commerciali sono immense.
Arriva R1, il robot casalingo
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L’oggi ormai anticipa quello che si era immaginato per il domani. Sono infatti al nastro di partenza, pronti per essere prodotti su larga scala e approdare sugli scaffali dei grandi magazzini: i robot destinati a entrare nelle case per lavorare con l’uomo, come assistenti personali e come “badanti”. Ne sono convinti tutti i ricercatori impegnati in questo campo, a partire dal “papà” di R1, Giorgio Metta, dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova: "Le prospettive commerciali sono immense". Ed è proprio R1 l’ultima “creatura” concepita dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova per operare appunto in ambienti domestici e professionali. "R1 Your Personal Humanoid", dicono dall’Iit è stato realizzato partendo dall’esperienza maturata dalla realizzazione di iCub, il robot umanoide per la ricerca più diffuso al mondo.

 

 

R1 ha un design italiano, pesa circa 50 chili, ha un’altezza variabile da 1 metro e 25 a 1 metro e 40 centimetri grazie ad un busto allungabile ed è fatto per il 50% di plastica e per l’altro 50% in fibra di carbonio e metallo. Costerà inizialmente come una piccola automobile ma in futuro arriverà a costare poche migliaia di euro. Per Metta, come per gli altri ricercatori impegnati in questo campo, avere un robot in casa potrà essere una realtà fra una decina di anni, proprio come alla fine degli anni '80 aveva previsto Bill Gates. In un articolo pubblicato sul mensile Scientific American il fondatore della Microsoft aveva previsto che nell’arco di 25 anni in ogni casa sarebbe entrato un robot. L’arrivo di robot come R1 è il segnale che quella previsione si sta ormai realizzando, così come il robot portiere con tanto di divisa simboleggiata da un cravattino giallo, realizzato da una spin off della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la Co-Robotics. "Ci siamo dati due anni come obiettivo per un modello che possa essere prodotto su scala industriale, ha detto il ricercatore Filippo Cavallo, co-fondatore della spin off. Lo stesso vale per il robot badante, con tanto di cuffietta azzurra. Entrambi come R1 dell'Iit, sono pronti per la produzione su scala industriale".

 Tutti, oltre che nelle case, sono in grado di lavorare a contatto con l’uomo anche in altri ambienti, come gli ospedali, dove sono state condotte le prime sperimentazioni. Se i primi robot entrati in famiglia sono stati finora degli esperimenti isolati, condotti soprattutto in Giappone, le cose sono ormai sul punto di cambiare drasticamente. Nel frattempo si continua a lavorare per portare i robot sempre più a contatto con l'uomo e l'ambiente in cui vive. In Gran Bretagna, Germania e Svizzera, per esempio, è ormai imminente la sperimentazione dei primi robot fattorino: piccoli carrelli a sei ruote programmati per consegnare cibi domicilio.

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