mercoledì 21 settembre 2016
Nessuna discriminazione all'Ecfop di Monza, nei confronti di uno studente omosessuale. L'iniziale esclusione dai corsi era dovuta al grave ritardo nella presentazione dell'iscrizione. SECONDO NOI Se la «discriminazione» è in realtà un privilegio
Monza, studente riammesso (con dote pagata)
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Non solo non è stato mai discriminato, ma ha anche avuto accesso a una corsia preferenziale per regolarizzare l’iscrizione fuori tempo massimo e la scuola si è pure fatta carico del costo della dote, che aveva perso a causa del ritardo colpevolmente accumulato. Così si è conclusa la vicenda della presunta (e mai verificatasi) “discriminazione” di uno studente dell’Ente Cattolico per la Formazione professionale di Monza, che, a detta dei genitori, sarebbe stato escluso dalle lezioni in quanto omosessuale. Accusa che già lo scorso anno fu avanzata nei confronti dell’istituto che, con il presidente don Marco Oneta, conferma «l’inesistente discriminazione».

«Grave ritardo»

«Non esistono altre motivazioni per la mancata iscrizione – scrive don Oneta in una lettera al direttore dell’Ecfop, Adriano Corioni – se non quella del grave ritardo con il quale il ragazzo e la sua famiglia hanno manifestato l’intenzione di continuare il percorso formativo presso il nostro ente». La cronologia dei fatti è ben documentata da un comunicato della stessa scuola, che ricorda come «la famiglia non si è presentata all’incontro programmato per il 24 giugno per i colloqui finali e per il rinnovo dell’iscrizione» al III corso Sala Bar, indirizzo frequentato dal giovane.

Debito formativo non saldato

Inoltre, lo studente, si legge sempre nella nota dell’Ecfop, «non si è presentato per saldare il debito in Economia e Diritto». Cosa che dovrà fare ora, essendo stato riammesso a scuola, prima di poter riprendere a frequentare le lezioni. E ancora. Come ricostruito dalla docente di riferimento dello studente, ne lui ne i suoi genitori si sono fatti vivi presso la scuola per i mesi di giugno e luglio, eccezion fatta per una telefonata del ragazzo che chiedeva delucidazioni sulle modalità di iscrizione. Invitato a richiamare nei giorni seguenti, il giovane non ha più telefonato.

Le insistenze dello studente

Soltanto l’8 settembre, si legge ancora nella nota dell’istituto di formazione, la madre del ragazzo ha chiamato «chiedendo con quale procedura avrebbe potuto iscrivere il figlio». La docente, a questo punto, ha chiesto conto del lungo silenzio estivo e del ritardo nella presentazione dell’iscrizione, domande a cui la donna ha risposto dicendo di essere stata «molto impegnata per lavoro, dalla mattina alla sera, e che non aveva tempo per venire di persona in Ecfop e neppure per telefonare». La madre ha quindi aggiunto «che lei non avrebbe più voluto iscrivere il figlio ma che il ragazzo insisteva per iscriversi». Un’insistenza davvero inspiegabile, alla luce delle accuse di discriminazione rivolte alla scuola. Evidentemente, la realtà è ben diversa da quella che, anche in questi giorni, viene raccontata da giornali e siti internet. «Questa – scrive ancora don Marco Oneta – mi è parsa come la migliore dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, del fatto che, a dispetto del clamore da loro sollevato e dalla strumentalizzazione che ne era seguita, questo nostro alunno riconosce la bontà del nostro percorso formativo ed educativo e non si sente per nulla discriminato nella nostra scuola». «Il bene di questo giovane è l’unica cosa che ci sta veramente a cuore», conclude il sacerdote.

Riammesso (con dote pagata dalla scuola)

E così, alla fine, la scuola ha riammesso lo studente, facendosi carico anche della dote, che nel frattempo, «vista l’assenza della famiglia nel periodo dedicato alle iscrizioni», era «stata convertita su un altro corsista». Se questa è discriminazione…

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