sabato 1 ottobre 2016
Dynamo camp compie 10 anni
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​Un luogo magico, dove anche in carrozzina si può scalare una parete e i dottori anziché paura fanno ridere. Un posto in cui l’allegria è capace di guarire dentro e la compagnia lenisce tutte le ferite. Un’esperienza che rende più forti, pronti ad affrontare la malattia, anche la più impegnativa, con una maggiore consapevolezza di sé, dei propri mezzi, delle proprie capacità di reazione. Una vacanza in cui si torna bambini e basta. E tornando bambini si diventa grandi. Il Dynamo camp e la sua terapia ricreativa, che domenica festeggiano con un open day a Limestre (Pistoia) i 10 anni di attività, sono questo e tanto altro ancora.

Dynamo camp, infatti, dal 2007 offre in maniera gratuita a ragazzi dai 6 ai 17 anni, con malattie gravi o disabilità croniche, soggiorni settimanali e weekend in una struttura immersa in un’oasi naturalistica, attrezzata con teatro, parete per l’arrampicata, tiro con l’arco, un maneggio per l’ippoterapia, un tendone per le attività circensi, studi di produzione video, una radio e tante altre opportunità per esprimersi e divertirsi.

Un programma replicato anche all’esterno grazie a un truck attrezzato che raggiunge ospedali e case famiglie nelle diverse città della Penisola. In dieci anni il Dynamo camp​ – nato su impulso dell’imprenditore Vincenzo Manes, ispirato agli analoghi camp promossi negli Usa da Paul Newman e che si sostiene grazie ai fondi donati dalle aziende e dai privati – è cresciuto in maniera davvero esponenziale. Dai primi 60 ragazzi ospitati per due settimane si è arrivati quest’anno a 890 bambini da soli, 919 familiari nelle sessioni dedicate e oltre 3mila persone contattate negli ospedali. In dieci anni sono stati più di 24mila i ragazzi e gli adulti complessivamente coinvolti nelle attività di terapia ricreativa.

 

Più ancora dei numeri, però, è cresciuta la grande famiglia dei Dynamici, una rete di volontari, ambasciatori, fundraiser, medici, infermieri e ora anche registi e artisti che prestano la loro opera gratuitamente, semplicemente stando accanto ai bambini e creando con loro opere, alcune delle quali vengono poi battute all’asta per finanziare il camp. In dieci anni è cresciuta anche la struttura del Dynamo camp e della fondazione, arricchendosi di professionalità: dagli 8 “pionieri”, ora i dipendenti sono 56, 76 i contratti stagionali, 24 i medici e 32 gli infermieri che si alternano come presenza fissa al camp.

 

Accanto sono nati poi l’Academy per la formazione su impresa sociale e corporate philantropy, ProDynamo per la vendita di prodotti, il cui utile va interamente a finanziare il camp, la Dynamo Bike challenge e mille altre iniziative dal basso per sostenere il progetto, assieme a un sempre più stretto rapporto con le strutture sanitarie italiane e di alcuni Paesi esteri come Germania, Iraq, Giordania e Marocco.

 

Le nuove sfide per i prossimi dieci anni riguardano il territorio e ancora i ragazzi. Per loro, “oltre ad aprirci a ospitare patologie più complesse e a potenziare le attività con i cani – spiega Serena Porcari, presidente della Associazione Dynamo – stiamo cercando di sviluppare un programma di verifica e accompagnamento degli adolescenti alla scoperta delle loro potenzialità e ‘vocazioni’, coinvolgendo le aziende nostre sponsor e gli artisti che collaborano con noi”.

Vincenzo Manes, invece, ha presentato il progetto di sviluppo, in collaborazione con altri attori territoriali, della “Grande Oasi”: “12.000 ettari di verde che comprendono la già esistente Oasi Dynamo e il territorio circostante – ha spiegato il presidente della Fondazione Dynamo – con servizi sociali avanzati per la comunità, social housing, servizi socio sanitari, servizi web avanzati e una Social factory, un distretto di imprese sociali, aree sportive e culturali, servizi di supporto alle imprese”. Un altro modo per condividere e restituire.

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