lunedì 8 febbraio 2016
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Beppe Grillo dice libertà di coscienza sulle unioni civili e costringe così Renzi a rispondere con una mossa altrettanto politica. Magari provando a trasformare l’apparente difficoltà indotta dall’iniziativa del leader di M5S in un’opportunità che il premier potrebbe sfruttare per riaffermare la sua capacità di guida.eppe Grillo dice libertà di coscienza sulle unioni civili e costringe così Renzi a rispondere con una mossa altrettanto politica. Magari provando a trasformare l’apparente difficoltà indotta dall’iniziativa del leader di M5S in un’opportunità che il premier potrebbe sfruttare per riaffermare la sua capacità di guida.Renzi ha alcune opzioni davanti a sé, ma una sola strada maestra: far stralciare la parte sulla stepchild adoption (articolo 5) e correggere seriamente l’articolo 3, che sovrappone matrimoni e unioni e tratta lo stesso tema delle adozioni in modo surrettizio. In questo modo potrebbe portare a casa, e con una maggioranza altissima, una legge che regola diritti e dovere dei conviventi dello stesso sesso. E mettersi in sintonia con il Paese che in tutti i sondaggi (con percentuali molto alte e senza vere distinzioni tra le varie fasce d’età) dice no alle adozioni, ma approva una normativa sulle unoni omosessuali.Ora il premier deve avere la forza di mediare tra due piazze che sembrano inconciliabili. C’è quella più piccola ma agguerrita, "arcobaleno", che chiede la legge così com’è e che anzi alza il prezzo, puntando sui matrimoni egualitari; e c’è quella del Circo Massimo che, con i suoi portavoce, dice "nessuna trattativa, il ddl Cirinnà deve essere ritirato". Fare politica vuol dire innanzitutto trovare una sintesi. Renzi proverà a farlo perché sa che oramai se la legge fosse ritirata o finisse su un binario morto sarebbe una sua sconfitta. Ma sa anche che se sfidasse il popolo del Circo Massimo (che 8 anni fa era anche "suo"), questo potrebbe presentargli il conto al referendum sulla riforma costituzionale. È quella la battaglia su cui il premier ha puntato tutto. È lì che si gioca tutta la sua credibilità, al punto di aver detto «in caso di sconfitta lascerò la politica». Ora le due partite si intrecciano: insistere sulle adozioni e costringere il Pd e il Parlamento alla roulette russa di una serie di voti sui singoli articoli del disegno di legge Cirinnà può essere una mossa avventata. Può essere la premessa per perdere tutto.
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