lunedì 1 giugno 2015
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È un attentato alla vita non tutelare gli operai durante il lavoro, è un attentato alla vita lasciare morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia, è un attentato alla vita non proteggere l’esistenza dal suo inizio sino alla fine. Con queste parole di forte denuncia papa Francesco ha accolto i partecipanti al convegno nazionale di Scienza&Vita, che ha celebrato in questi giorni il decennale della sua costituzione.Il discorso del Pontefice è proseguito con sofferta partecipazione per le gravi emergenze sociali che segnano questo difficile tempo, indicando che non possiamo fermarci solo ai temi classici della bioetica – pur così gravi e importanti – ma che occorre sentire lo scandalo della malnutrizione, del terrorismo, della guerra e dei tanti, troppi volti abbrutiti della violenza.È anche su questi fronti che Scienza&Vita è chiamata a denunciare e, se possibile, a riparare, dal momento che la nostra società, segnata dalla logica negativa dello scarto, attende parole di denuncia e azioni di ricostruzione di un tessuto sociale dilacerato. È così che il Papa vede la nostra Associazione, come mani che si tendono verso altri mani per sostenere la vita. Mani che si stringono e che non garantiscono solo solidità ed equilibrio, ma trasmettono calore umano e solidarietà concreta.L’attenzione si è poi rivolta alla scienza: ciò che viene auspicato è che essa sia veramente al servizio dell’uomo e non ponga l’uomo al servizio della scienza. Il miracolo della vita, infatti, mette in crisi ogni forma di presunzione scientifica, restituendo il primato alla meraviglia e alla bellezza.Il popolo di Scienza&Vita, riunito nella Sala Clementina, ha avuto in quel momento un sussulto corale: sono infatti queste due parole, ricalcate semanticamente sull’impegno etico verso tutte le forme dell’esistenza, specie quelle più fragili, ad essere molte volte risuonate durante il convegno. La meraviglia, in primo luogo, che reclama il rispetto stupefatto di fronte ai continui eventi del mondo umano, e poi la bellezza, che esige di essere custodita, protetta, promossa e regalata. Non è certo questo un modo per sfuggire agli eventi drammatici, prima ricordati. Ma può diventare un metodo per sconfiggere la rassegnazione e l’impotenza e quella cultura anestetizzata che volge lo sguardo altrove, pur di non vedere. Il realismo della volontà appartiene da sempre al patrimonio etico di Scienza&Vita: sta a ciascuno di noi, immerso nella vita quotidiana, ritrovare il gusto della condivisione e dell’impegno. Tornando a casa, ogni associato di Scienza&Vita come ogni cristiano consapevole, sa che altro tempo e altra vita ci stanno davanti, con il loro carico di attesa e di promessa.
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