lunedì 20 aprile 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
«Che dire, le navi affondano». Maldo (si firma così) Facebook non urla e non sbraita. Ma il suo “normale” cinismo mette i brividi. Sono passate poche ore da quella che potrebbe essere la più grande tragedia nel Mediterraneo e sui social appaiono commenti francamente agghiaccianti. È normale, succede sempre – vi direbbero gli esperti dei social. Da quando esistono Twitter e Facebook ci sono persone che si divertono a provocare e molte altre che sfogano la loro repressione e il loro odio. Sarà anche – diciamo così – “normale”, ma leggerli ti gela il sangue. “700 tra bare e croci sono un bel business. Non credo che qualche coop se le faccia fregare” scrive su Twitter @distefanoTW. E i morti? Nulla, non esistono. Sono solo numeri. Business.Piero F. alza il tiro: “Comunque 900 in meno”. Gli fa eco Mino G.: “700 in meno da mantenere”. Anche Manuel S. ci va giù pesante: “Tragedia? ....punti di vista...”. Patrizia F. cavalca un pensiero ricorrente sui social: “Perché non pubblicano le foto delle persone che si sono suicidate x la crisi?”. Come se una tragedia escludesse l’altra. Come se alcuni morti fossero di serie A e altri di serie B. Nella foto che vedete qui accanto, ne potete leggere tanti, ancor più feroci. Da “non me ne frega un…” a “meno male, 700 delinquenti parassiti di meno” passando per “speriamo siano tutti mussulmani (con tanto di errore ortografico – ndr)”, “700, 7000, 70000 affondati. Evvai” e “Pochi, sempre toppo pochi”. Dopo l’appello del Papa all’Angelus, il web non si tiene più. “Portali in Vaticano, pezzente” urla su Facebook tale Andrea Piga Portali. Seguito da decine e decine di persone che accusano la Chiesa di non fare nulla (ignorando il molto che fa) e intimano al Papa, come fa Mary76: “apri le porte del Vaticano e delle chiese e tieniteli lì i migranti”. Trecento o quattrocento commenti beceri ovviamente valgono per quello che sono. Ma non possono essere ignorati. Perché sono un brutto, bruttissimo segno. Sul web (solo sul web?) ogni giorno sembra morire un po’ di pietà. Un pezzo alla volta. Per fortuna, ci sono molti commenti e molte critiche che non cedono all’odio. Anzi. C’è addirittura chi cita al proposito dell’ondata di odio Martin Luther King: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti”. C’è infine un secondo dato che deve farci riflettere: la strage dei migranti non ha mai superato il 10° posto nella classifica degli argomenti più discussi su Twitter.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: