venerdì 6 giugno 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
La vittoria a The Voice di suor Cristina non è solo una questione di abito o di voce. Dietro il suo travolgente successo e dietro le altrettanto pesanti critiche che sta ricevendo, c’è anzitutto la sua scelta e il suo modo di apparire in televisione. Di «abitare» un talent show, cioè una gara di spettacolo. Ci sono due modi per farlo: cercare di piacere a tutti i costi, al punto di snaturarsi completamente, oppure diventandone protagonisti unicamente con le proprie doti naturali. In verità ce ne sarebbe un terzo: entrare e uscire dai programmi tv come se nulla fosse, senza lasciare grande traccia di sé. Oggi, chiunque può potenzialmente diventare un personaggio televisivo – per anni o solo per i famosi 15 minuti di successo preconizzati per tutti da Andy Warhol. Per riuscirci ci sono, a grandi linee, due strade: cavalcando gli eccessi, diventando "scandalosi" e quindi capaci di attirare attenzione, oppure con la forza della semplicità, cioè con la verità della propria persona. La prima è una strategia pensata a tavolino e che ha bisogno di continue esagerazioni, la seconda è un dono. Conquistare gli altri essendo "solo" se stessi è una cosa che, anche nella vita comune, riesce a pochissimi. Qualunque sia la vostra opinione sul suo talento canoro, non potete negare che suor Cristina abbia fino ad oggi «abitato» la televisione con naturalezza e spontaneità. Qualcuno non ha gradito che si agitasse in tv con l’abito religioso, mentre qualcun altro ha ricordato che aveva già partecipato alle selezioni di Amici e di X Factor, come se questo dimostrasse chissà quale colpa. I giornalisti di gossip sono andati a scavare nella sua vita, intervistando il suo primo fidanzatino a caccia di chissà quali scoop. Sui social network intanto il pubblico si divideva, riservandole commenti entusiasti e feroci cattiverie. «Non so come abbia fatto a non uscirne a pezzi», ha detto ieri il suo coach tv, il rapper J-Ax. «Io, che sono abituato al successo, sono rimasto molto scosso». Per cercare in qualche modo di «salvarla», c’era chi aveva pensato per lei un gesto epocale: ritirarsi un giorno prima della finale di The Voice, dichiarando che ringraziava tutti per l’affetto dimostratole ma che la sua vita di religiosa aveva poco a che fare col successo e con la vita di una popstar. Chiunque, ieri – e soprattutto oggi – la tira per una manica. Chi per dirle «cosa significa davvero fare la suora» e chi per spronarla «a portare una ventata di novità». Per tutta risposta, suor Cristina ha festeggiato la sua vittoria chiedendo in diretta tv al pubblico di recitare il Padre Nostro con lei. Un colpo di teatro? Una «provocazione»? Più semplicemente un gesto spontaneo, come la sua presenza in tutto lo show. Un modo molto naturale di ricordare a tutti che lei non è solo una voce o un personaggio, ma una suora (il 29 luglio rinnoverà i voti, in attesa di emettere quelli perpetui). Di fronte al clamore mondiale che sta accompagnando la sua vittoria, già rimbalzata sui siti e i media di mezzo mondo, c’è da temere per lei. Di questi tempi, si sa, si creano e distruggono "miti" alla velocità della luce. Alla discografia e tanto meno alla televisione non interessa far crescere degli artisti: vogliono costruire fenomeni, ricavando il massimo profitto il più in fretta possibile. Due cose ci fanno essere però ottimisti: il carattere di Cristina e il fatto che accanto a lei c’è la sua nuova famiglia, quella delle Orsoline. Un’appartenenza che lei ha voluto sottolineare, chiamando l’altra sera accanto a sé la sua superiora, suor Agata, e affidandosi nuovamente alla Provvidenza. Come a voler dire a tutti: nemmeno in questa nuova difficile avventura che mi aspetta sarò sola. Già: suor Cristina avrà bisogno di tanti per far fruttare al meglio il suo dono al servizio della fede. Per dimostrare anche ai più critici che lei non è una cantante vestita da suora ma una suora che canta.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: