mercoledì 1 ottobre 2014
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Mare Nostrum è sinonimo di vita e civiltà, ed è falso e inaccettabile sostenere che l'intervento italiano incentivi l'immigrazione. È questo il senso dell'intervento che l'ex premier Enrico Letta ha scritto per Avvenire (oggi pubblicato sul quotidiano), a un anno dalla tragedia di Lampedusa. Fu da quel naufragio in cui trovarono la morte 368 migranti che trovò impulso l'operazione italiana di pattugliamento e soccorso nel Mare Mediterraneo, fortemente voluta proprio da Letta. "Caro direttore - scrive Letta - sento il dovere di intervenire in difesa dell’Italia e della missione umanitaria Mare Nostrum. Lo faccio convintamente di fronte allo straordinario impegno del nostro Paese, delle sue forze armate e dei suoi volontari che in un anno hanno evitato il ripetersi di quel dramma e ha strappato all’annegamento centinaia di vite umane. Lampedusa è anche il punto profetico dal quale è cominciato il magistero di papa Francesco, una scelta forte, che forse più forte non poteva essere. E Mare Nostrum è stata la risposta, altrettanto forte che l ’Italia, il Paese che accoglie il Papa, ha voluto mettere in campo". Per centinaia di persone, argomenta l'ex capo del governo, l’Italia è diventata sinonimo di vita. Eppure, man mano che il tempo è passato, il clima è cambiato: "Le stesse voci che, giustamente, giudicavano inaccettabile l’immagine delle bare nel piccolo hangar dell’aeroporto di Lampedusa hanno cominciato a tramutarsi in silenzi imbarazzati e poi in indignazione per un flusso di migranti giudicato insopportabile nel nostro Paese. Oggi alza la voce chi vuol far passare l’idea, profondamente sbagliata, che Mare Nostrum sia la causa dei flussi migratori verso l’Italia". Non è così, argomenta Letta, e sostenerlo è demagogico oltre che sbagliato. I flussi migratori dal Mediterraneo sono figli degli sconvolgimenti in Nord Africa e Medio Oriente. Libia, Siria, Iraq, Corno d’Africa. L'operazione Mare Nostrum però non è riuscito "a raggiungere il suo secondo grande obiettivo che era, oltre all’impegno umanitario per il salvataggio di più vite umane possibile, quello di contribuire a far cambiare linea all’Unione Europea". Il problema sta, secondo Letta, "nella differenza radicale tra l’approccio "nordico" e quello dei Paesi mediterranei, con uno scontro quasi valoriale tra i concetti di responsabilità e solidarietà".Gli strumenti giuridici della Convenzione di Dublino non bastano più. "E basta vedere quali sono le risorse assegnate a Frontex, poche decine di milioni di euro per il complesso delle frontiere europee, per rendersi conto dell’inadeguatezza con la quale l’Unione sta gestendo la questione". Bruxelles deve riuscire a orientarsi "verso soluzioni più efficaci e in linea con i valori di solidarietà per i rifugiati e i richiedenti asilo tipici della tradizione europea".  Il giudizio positivo su Mare Nostrum dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati e del mondo delle Ong, conclude Enrico Letta nel suo intervento su Avvenire, "deve valere da stimolo a renderci conto di quanto il nostro Paese possa essere ulteriormente protagonista in questo campo. La soluzione non passa dal lasciare i migranti morire annegati al largo delle nostre coste; una scelta simile è ributtante e inaccettabile, e oltretutto non modificherebbe sostanzialmente la situazione. È ormai necessaria una posizione europea molto più profilata, fin quasi alla gestione in loco del fenomeno, nei confronti dei Paesi di origine del flusso migratorio, Libia in primis. Finché questo non accadrà, rimarremo privi di soluzioni veramente efficaci, e continuerà la rincorsa alla demagogia sulla pelle di donne e uomini innocenti, vittime delle terribili contraddizioni di questo tempo".

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