domenica 4 settembre 2016
L’esperienza del terremoto in Centro Italia è stata l’ennesima occasione per riscoprire l’importanza dei volontari e del volontariato, proprio dento il cammino dell'Anno Santo della Misericordia e all'antivigilia del Giubileo che papa Francesco ha voluto dedicare a tutti coloro - come disse incontrando la Focsiv (Federazione di organismi cristiani di servizio internazionale volontario) il 4 dicembre 2014 - che sono "immagine di una Chiesa che si cinge il grembiule e si china a servire i fratelli in difficoltà". Dopo ogni catastrofe, laddove c’è sofferenza spuntano i volontari, stuoli di persone che non accettano di essere semplici spettatori, ma si scoprono coinvolti e sconvolti dai dammi degli altri. Ma il volontariato è un fatto personale o un modello di società? È stata sicuramente una scelta personale, e anche molto solitaria, quella che ha fatto Madre Teresa il giorno che ha lasciato la sicurezza delle mura del convento per perdersi nelle strade di Calcutta, alla ricerca di persone malate e moribonde da curare, accudire e accompagnare dignitosamente verso il loro ultimo viaggio. Anche il volontariato è una scelta personale, un gesto di misericordia che germoglia in un cuore attento e generoso quando incontra l’altro e ne coglie il disagio, la sofferenza, la perdita della dignità di persona. Non è importante chi sia l’altro, a quale categoria appartenga perché né la sofferenza né la misericordia conoscono barriere, distanze, differenze, razze o religioni. Il Volontariato Internazionale Cristiano nasce così, negli anni 60 del Novecento, annullando distanze geografiche, di razza e di religione, rispondendo con generosità alle sofferenze delle vittime delle alluvioni in India, al dramma delle popolazioni africane vittime della carestia e della fame, al silenzio delle popolazioni indigene dell’America Latina spogliate dei loro diritti fondamentali. Le risposte delle singole persone hanno poi gradualmente assunto la forza di realtà organizzate, quando hanno colto la necessità di costruire risposte collettive e organizzate per andare a incidere anche sulle cause di quelle sofferenze. Anche Madre Teresa non si è accontentata di fare da sola tutto il bene che poteva fare la sua fragile persona, ma ha creato un modello e quindi una organizzazione, quella delle Missionarie della Carità, una rete organizzata di donne consacrate disposte di dedicare la loro vita ad alleviare le sofferenze degli altri, in tutti gli angoli del Mondo, capaci di rimanere al fianco dei fratelli sofferenti anche quando il prezzo per farlo è quello della propria vita, come le tre sorelle che nello Yemen in fiamme sono state sgozzate insieme agli anziani pazienti che accudivano. Il gesto individuale che si fa collettività e comunità acquista la forza e la capacità di cambiare la società, e quindi spaventa chi invece specula sull’ingiustizia e sulle sofferenze. La Focsiv è l’espressione collettiva e organizzata di tante persone che, a partire dagli anni 70, hanno scelto di far tesoro della loro esperienza in un Paese del Sud del Mondo per organizzarsi insieme e cambiare, al Sud ed al Nord, una società che generava, e continua a generare, povertà e indigenze, discriminazioni e abusi, infinite miserie, tramite strutture di peccato capaci di far morire di fame tanti a beneficio di pochi. Oggi più che ieri c’è la necessità di mantenere unite le generosità individuali per organizzarsi ed incidere significativamente sulla società dello scarto che genera periferie esistenziali e geografiche. E non basta più limitarsi a lenire le ferite, dobbiamo anche cercare e capirne le cause. Prendersi cura di un immigrato che fugge alle violenze ed alla miseria è un gesto bello e importante ma non può esimerci dal cercare, comprendere e, laddove possibile modificare, le cause che lo hanno costretto ad abbandonare la sua casa ed a volte la sua famiglia. Il Volontariato organizzato diventa proposta politica e modello sociale in grado di esprimere visioni di società e di relazioni alternative e diverse, dove le persone hanno lo spazio per relazioni equilibrate e costruttive con gli altri e con la natura. Gli Stati sono chiamati a sostenere e promuovere il volontariato e le sue forme organizzate. Non lo diciamo solo noi volontari ma lo indicano anche le Nazioni Unite che nella dichiarazione 70/129 del 17 Dicembre 2015 affermano l’importanza di promuovere il volontariato e la necessità per gli Stati membri di lavorare con questa parte della Società Civile per la soluzione dei conflitti e per promuovere uno sviluppo sostenibile di tutto il Pianeta entro il 2030 “senza che nessuno rimanga indietro”.
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