giovedì 10 dicembre 2015
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ECCHE SANT’ANNAEcche sant’Anna a ’n’urtecelle stevepiene de doglie e de malanconiese volta al ciele e ce vidde n’aucelleche sopr’ a r’arbre ce ficea ru nidese volta e dice:' Segnore Segnore!so’li aucelli e pure fanne famigliese volta e dice:' Segnore Segnore!je che so’ donna non la pozzo fareCalò r’Angele da ru ciele e dicette:'zitte sant’Anne ne nte ne dubetaretu farraji ’na Fijola tanta careReggina de rru ciele s’ha da chiamaree po’ farrà ’nu Fije tante bellePatrone de rru cielo e de la terra. L’annunciazione dell’Angelo a sant’Anna della sua futura maternità è uno dei motivi più ricorrenti del repertorio delle ninna nanne italiane. Attorno a questo racconto la tradizione popolare ha prodotto in ogni regione numerosi esempi di canti originali. Ognuno di questi, classificabili come 'canzoncine di sant’Anna', descrive con specifiche varianti linguistiche dialettali e grande sensibilità narrativa il desiderio di Anna di diventare madre. Questa versione abruzzese di Alfedena (Aquila), elaborata da Anna Rita Colaianni per il Coro popolare della Chiarastella, è stata raccolta da Pier Paolo Pasolini e pubblicata nel 1955 nell’antologia'Canzoniere italiano '. In questa collezione Pasolini riporta numerosi esempi di canti popolari sacri. In particolare di grande interesse sono alcuni canti di passione dedicati alla Madonna collegati con i laudari medievali tipici della tradizione umbra.
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