venerdì 6 maggio 2016
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«Quante lacrime vengono versate ad ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione». Le parole di Francesco alla veglia di preghiera “per asciugare le lacrime”, ieri in San Pietro, fanno pensare a ciò che egli ha visto in tre anni di pontificato. Anche prima certo, nella Argentina dei desaparecidos; ma forse in questi tre anni Bergoglio in ognuno dei suoi viaggi ha scorto, accanto alla gioia, facce di uomini e donne che nemmeno davanti a lui riuscivano a sorridere davvero. Occhi segnati dall’ombra di un inestinguibile dolore. Un figlio morto, o l’angoscia di chi deve fuggire, o di chi si sente abbandonato; l’orrore di chi ha sperimentato la persecuzione. Quante facce ha il dolore da Buenos Aires al Pakistan, da Lampedusa a Idomeni, fino a quelli portati ieri al Papa dalle testimonianze dei fedeli in San Pietro? E sembra quasi che Francesco, non potendo dimenticare questa marea di dolore, abbia pensato alla inedita veglia di ieri: per le lacrime, per quei milioni di lacrime, spesso, silenziose. La ragione da sola, ha detto il Papa, in certi dolori non basta. La ragione resta senza parole. (E tanto vuote risuonano le frasi di chi cerca di consolarci con la ragionevolezza: «Passerà, datti pace... »). La preghiera, ha detto ancora, «è la vera medicina per la nostra sofferenza. Nella preghiera possiamo sentire la presenza di Dio accanto a noi». Perché di questo abbiamo bisogno, in certe ore: Cristo, vicino, accanto. Cristo, che pianse per la morte di Lazzaro. Il Figlio di Dio che piange, ha detto Francesco, ha sconcertato tanti teologi. Ma forse non i semplici, che istintivamente sanno che Dio non ha creato la morte, come recita il Libro della Sapienza; e che Cristo non è, nell’ora del dolore, al di sopra o lontano, ma accanto – come davanti alla tomba di Lazzaro. «Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore », ha esortato il Papa in San Pietro, davanti a una folla in cui ciascuno aveva versato le sue lacrime. Ma forse lui aveva in mente anche quella moltitudine di volti appena intravisti nei suoi viaggi nel mondo: quegli occhi che cercano i suoi, senza poter nascondere il marchio di un antico, ostinato dolore. Là dove nessuna parola basta, e solo la misericordia di Dio può come una grazia colmare il vuoto di abisso, di cui è capace il nostro povero cuore.
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