venerdì 18 dicembre 2015
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VENITE ALLA CAPANNA Venite pastorelli alla capanna venite a visità Gesù bambino quando nascesti tu Gesù bambino la terra circondata fu di fiori o Verginella figlia di sant’Anna in ventre lo portasti il Bambinello e gli Angeli dicevano alli Santi correte tutti quanti alla capanna E’ nato senza ori e senza panni scaldato da no bove e n’asinello la notte di Natale è notte santa è festa grande co’ li soni e canti e sta razione ch’ è stata cantata a gliu bambin Gesù sia presentata venite pastorelli alla capanna venite a visità Gesù bambino Questo canto tipico del repertorio degli zampognari laziali è ancora oggi largamente eseguito in occasione dei tradizionali rituali delle novene che si svolgono di fronte ai presepi allestiti appositamente nelle case. Queste particolari cerimonie a carattere familiare si celebrano ancora in tanti paesi degli Appennini durante i nove giorni che precedono il Natale. Generalmente la novena viene “comandata” da una o più famiglie a un gruppo di musicisti (un duo o un trio composto da zampogne e ciaramelle) che ogni anno rinnova la celebrazione di rituali antichi. Queste cerimonie si svolgono generalmente al mattino. Di fronte al presepe la famiglia si riunisce per ascoltare le zampogne che eseguono un piccolo “concertino” composto da brani strumentali (pastorali) e da questo canto tipico che invita i pastori a “visitare” Gesù bambino. La cerimonia culmina con l’esecuzione di Tu scendi dalle stelle che viene cantata in coro da tutti i partecipanti. Le novene costituiscono un segno fortemente rappresentativo della devozione popolare. Un sentimento semplice e sincero che identifica nel suono delle zampogna una componente di sacralità e agli zampognari un significativo ruolo di cerimonieri.
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