venerdì 31 luglio 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
La notizia per molti sarà sorprendente: nonostante il continuo bombardamento erotico che i ragazzi subiscono quotidianamente, negli Usa – secondo il Rapporto del governativo Center for Desease Control – è calata sensibilmente, rispetto a 25 anni fa, la percentuale degli adolescenti (fascia 15-19 anni) che ha avuto rapporti sessuali. Nel periodo 2011-13 il 44% delle ragazze e il 47% dei ragazzi ha avuto rapporti: molto meno di quanto ci si aspetterebbe e, rispetto al 1988, in calo del 14% per le femmine e del 22% per i maschi. In questa fascia di età sono perciò anche diminuite le gravidanze, e non per l’uso della contraccezione, che resta molto elevato e, secondo il rapporto, sostanzialmente invariato. Del resto, dati francesi di pochi giorni fa confermano quanto altre volte documentato da vari studi in diversi Paesi: l’aumento della contraccezione non fa diminuire gli aborti, anzi, a volte, li accresce: in Francia gli aborti nel 2013 sono stati 229mila, 10mila in più rispetto al 2012, nonostante l’uso massiccio di contraccettivi. Tra le varie cause di ne accenniamo solo due.  Primo, il profilattico viene propagandato spesso come una protezione totale, che invece non sussiste, e viene percepito come la possibilità di avere condotte sessuali molto promiscue, perciò espone molte persone a situazioni più rischiose. Secondo, l’uso del profilattico disabitua a sapersi padroneggiare rispetto all’impulso sessuale: così, le persone, quando si trovano in situazioni sessualmente stimolanti, non riescono a trattenersi, e perciò hanno rapporti, anche se non dispongono del profilattico (o quando è danneggiato), e spesso concepiscono oppure vengono contagiate da Aids e altre malattie.  I dati americani suggeriscono, dunque, che è falso ciò che sentiamo spesso ripetere: «È inutile educare all’affettività, perché i ragazzi non sono in grado di padroneggiarsi e fanno sesso sempre più presto. L’unica cosa da fare è insegnare tecniche contraccettive». È invece possibile cercare di educare a un visione integrale della persona, dell’affettività e della sessualità, dove quest’ultima sia posticipata al momento giusto ed esercitata nella logica del vero amore.  Concetti molto diversi da quelli dei corsi di 'educazione' sessuale che  dilagano in certe nostre scuole, intesi spesso a incoraggiare un’attività sessuale sempre più precoce, e in tutte le sue varianti (quelle contemplate dalla cosiddetta 'ideologia gender'), purché 'sicura'. Non si insegna abbastanza che l’amore è progettualità, donazione, responsabilità, fedeltà, talvolta rinuncia per il bene proprio e altrui.  L’amore, così, è immiserito a mero impulso sessuale e a mera attrazione, considerati irresistibili, e anche questa idea è una delle cause della precocità dei rapporti sessuali stessi.  Serve invece una concezione integrale dell’educazione quale accompagnamento, nella libertà, del destinatario verso la sua fioritura, che si appelli alla sua volontà per aiutarla a fortificarsi liberamente, e indichi l’ideale di una signoria sui propri desideri e impulsi, anche (ma non solo) sessuali: non in vista di una loro estirpazione, bensì per assecondarli in modo conforme al bene integrale della persona. Simili programmi educativi sono stati adottati con successo in alcuni Paesi. Per esempio, proprio negli Stati Uniti, dove la diminuzione del sesso degli adolescenti è stata ancor più rilevante nel periodo 2006-10: ciò è ragionevolmente avvenuto proprio anche grazie ai programmi di educazione all’affettività sviluppati in quel periodo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: