mercoledì 27 luglio 2016
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«Una cosa ti manca! Và, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi», così rispose Gesù al giovane ricco che osservando i suoi comandamenti gli chiedeva cos’altro doveva fare per ereditare la vita eterna. E come sappiamo, egli se ne andò rattristato perché aveva molti beni. È esigente la Sequela e ai giorni nostri pare forse folle. «È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio». Eppure, anche di recente, c’è stato chi l’ha fatto senza riserve. Come il venerabile Marcello Candia di cui oggi, 27 luglio, ricorre il centenario della nascita: un imprenditore milanese che 'da ricco che era' decise di dare se stesso e le sue sostanze ai poveri, divenendo  un imprenditore della solidarietà. Nel fiore degli anni decise di seguire totalmente quel profondo sentimento di carità che avvertiva sin da ragazzo. Bello e colto (tre lauree), industriale proprietario di una importante azienda chimica milanese, nel 1964 vende tutto per realizzare opere a favore dei lebbrosi in Amazzonia. Una scelta radicale di servizio a Dio in pensieri, parole (poche) e opere (tante). Con i suoi averi, competenze da imprenditore e inesauribile energia, fonda ospedali e scuole professionali nella diocesi di Macapà. Un’opera tira l’altra e la sua impresa di solidarietà continua incessantemente a crescere. Dopo aver esaurito le risorse iniziali il dottor Candia torna a Milano dove, con il suo elegante portamento, bussava alle porte dei colleghi imprenditori, chiedendo sostegni che nel tempo non sono mancati, dando così modo alle opere di estendersi anche in altre zone del Brasile. Una immane opera di bene con un rating da tripla A che ancora oggi continua grazie alla Fondazione che porta il suo nome. Un tipico milanese discreto e operoso da ricordare come esempio.La sua è una storia di vita e di fede che ci invita a dare un senso alla ricerca del nostro benessere, ai beni che possediamo. Ciò che riusciamo ad accumulare diviene un tesoro nel cielo se ne facciamo economia di comunione; viceversa diviene un ingombrante cumulo che non porteremo con noi e che ci avvizzisce l’anima in questa vita terrena. La bramosia dell’accumulazione fine a sé stessa può divenire un’ossessione che stravolge l’uomo come ben spiega Giovanni Verga nella novella 'La roba'. I fondi 'off shore' non sono trasferibili in Paradiso. E fare il bene fa stare bene.
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