giovedì 5 marzo 2015
La presenza nella città lagunare dell'ordine, che sfidò incomprensioni e problemi economici, ha permesso di offrire a tante generazioni dei ceti meno abbienti le migliori cure. Messa presieduta dal patriarca Francesco Moraglia.
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«Li religiosi Ospitalieri dell’Ordine di San Giovanni di Dio avevano dato esperienza al pubblico dell’ottima loro abilità, cognizione e carità grande nel curare et assistere i poveri soldati ammalati, nell’Ospedale di Nostro Signore Gesù Cristo, esercitando loro stessi gli Uffici di Medico, Chirurgo, Speziale et Infermiere, nelle quali professioni sono tutti a meraviglia versati, provetti ed esercitati, non meno in dottrina che nella continua pratica». Quella che vi proponiamo è una cronaca da San Servolo, datata 1718. Rende conto dell’importanza dei Fatebenefratelli a Venezia, che erano in laguna da 3 anni. Il 6 marzo saranno trecento. Lo ricorderà una Messa all’ospedale San Raffaele Arcangelo presieduta dal Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, con la quale si apriranno le celebrazioni. San Servolo oggi è un lussuoso centro congressi. Non appartiene più ai frati vestiti di nero, cui San Giovanni di Dio affidò la cura dei più reietti dei malati: quelli come lui, i “pazzi”, perché anche il Santo di Granada fu rinchiuso in un manicomio, nel Cinquecento. La frase che urlava ai passanti, prima di trovare la serenità della fede, passò alla storia: “Fate del bene, fratelli, a voi stessi”. Duecento anni dopo, i suoi Fatebenefratelli approdarono a San Servolo, quando le condizioni dei “pazzi” non erano molto diverse da quelle sperimentate dal loro fondatore. A quell’epoca, infatti, chi era afflitto da una patologia mentale trascorreva i suoi giorni, quando gli andava bene, a casa propria o in ospedale. Diversamente, veniva recluso su navi prive di albero, le fuste, ormeggiate in angoli remoti della laguna. La presenza dei Fatebenefratelli a Venezia, che sfidò incomprensioni e problemi economici, ha permesso di offrire ai ceti meno abbienti le migliori cure. Ancora oggi l’ospedale provinciale classificato di Cannaregio – a indirizzo medico-riabilitativo - è convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per realizzare concretamente quell’opzione per i poveri che è fondamentale nel carisma dell’ordine ospedaliero, il quale nel 2015 celebra anche il proprio anno vocazionale. I festeggiamenti del tricentenario comprendono convegni ed eventi commemorativi: si spazierà da attività scientifiche a momenti di spiritualità. Il 24 aprile si terrà il convegno su “Il Dolore Spirituale”; il 15 e 16 maggio quello su “Il Percorso delle Cure Palliative”; il 25 settembre si parlerà di pastorale della salute; il 29 settembre si terrà invece la festa di San Raffaele Arcangelo, patrono dell’Ospedale. La chiusura del tricentenario è fissata per l’8 marzo 2016, nella Solennità di San Giovanni di Dio.
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