lunedì 27 agosto 2012
Vita e famiglia, la vita indicata dal Papa seguita da vescovi e laici. L'ormai famoso richiamo del 30 marzo 2006 di Benedetto XVI è diventato il faro per gli itnerventi sociali e politici degli episcopati: a favore dei deboli e di chi non ha voce. ​
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​Era il 30 marzo 2006 quando il Santo Padre Benedetto XVI, rivolgendosi ai Parlamentari aderenti al Ppe – il Partito popolare europeo – elencò quelli che egli stesso ebbe a definire "principi che non sono negoziabili": tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia basata sul matrimonio e libertà di educazione. Già nel 2002, l’allora Cardinal Raztinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, firmò una nota dottrinale concernente "l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica". La nota delineava il ruolo della Chiesa nel dibattito sulle grandi problematiche del nostro tempo: «Non è compito della Chiesa formulare soluzioni concrete – e meno ancora soluzioni uniche – per questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno», precisava il documento, ponendo poi l’accento sul «diritto e dovere» della stessa Chiesa di esprimere «giudizi morali su realtà temporali quando ciò sia richiesto dalla fede o dalla legge morale». Il cristiano è chiamato a dire no al relativismo e a basare la vita democratica su «fondamenti veri e solidi», «principi etici che […] non sono "negoziabili"». In questa pagina si riportano solo alcuni dei casi più recenti che mostrano come, in tutto il mondo, la Chiesa, direttamente e come sprone per i laici, sia in prima linea per la difesa di quella «dignità della persona» a cui il Santo Padre accennava proprio in occasione del discorso ai Parlamentari del Ppe del 2006.CANADA - FERMO NO ALL'EUTANASIA: «I MEDICI NON UCCIDANO»Luglio 2012: «È l’ora di alzarsi e parlare!» contro l’eutanasia secondo la Colf – l’Organizza-zione cattolica per vita e famiglia fondata dalla Conferenza episcopale canadese e dai Cavalieri di Colombo. A giugno una decisione di un giudice della British Columbia, una provincia dello Stato federale, ha aperto alla legalizzazione della "dolce morte". In precedenza, a marzo, un rapporto del governo del Quebec manifestava la necessità di una «assistenza medica alla morte». L’iniziativa della Colf arriva dunque in risposta ad un clima culturale e politico dove la pressione della lobby pro-eutanasia è altissima. «Vi piacerebbe che gli studenti di medicina imparassero non solo a guarire, ma anche ad uccidere?», ci si domanda provocatoriamente nel documento che accompagna la presa di posizione dei vescovi canadesi. «È impossibile rimanere in silenzio», ha affermato la direttrice della Colf, Michèle Boulva: «Come cittadini di un Paese che si dice civile, i cattolici a tutte le persone di buona volontà hanno il diritto e il dovere di opporsi ad ogni tentativo di legalizzare eutanasia e suicidio assistito». La Colf ha anche invitato tutti i cittadini a contattare i propri rappresentanti in Parlamento per sensibilizzarli in materia. USA - LIBERTA' DI COSCIENZA, UNA BATTAGLIA PER TUTTINegli Stati Uniti, la campagna elettorale annovera tra i temi più caldi quelli della libertà religiosa e della tutela della vita nascente. La Conferenza episcopale (Usccb), ormai da mesi, è impegnata in molte iniziative volte a contrastare l’obbligo di inglobare nei piani assicurativi sanitari servizi legati ad aborto, contraccezione e sterilizzazione, previsto dalla riforma sanitaria voluta da Obama. Con tale misura, le strutture religiose sono di fatto costrette a pagare ai propri dipendenti farmaci il cui utilizzo è in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa, come ad esempio ellaOne, la pillola dei cinque giorni dopo, dai provati effetti abortivi. La Usccb ha denunciato a più riprese quella che si configura come una vera violazione della libertà di coscienza, che va al di là di considerazioni religiose e dottrinali. Da gennaio tutti i vescovi si sono pronunciati ufficialmente contro la riforma sanitaria. A cavallo tra giugno e luglio, la Usccb ha promosso due settimane di preghiera in difesa della libertà religiosa, mentre sul sito si può trovare un dossier con documenti ufficiali dei vescovi e materiale esplicativo per informare i cittadini sul tema. MALTA - IMPEGNO PER FERMARE LE DERIVE EUGENETICHEMalta è molto vicina ad approvare una legge che regoli la fecondazione artificiale e la Chiesa cattolica è al centro delle polemiche a causa della ferma opposizione in proposito. Il vescovo di Gozo, Mario Grech, ad aprile si è appellato ai politici cattolici affinché non sostengano una eventuale legge. La fecondazione assistita, ha ricordato Grech, presenta molti aspetti che ledono la dignità umana: dalla mancanza del rispetto della vita dal concepimento – la fallibilità intrinseca di tale tecnica ne implica l’abortività – alla tentazione eugenetica, dal ricorso al congelamento degli embrioni agli elevati rischi per la salute della donna. Le bozze più recenti della legge prevedono il divieto di clonazione, congelamento e sperimentazione sugli embrioni, ma la Chiesa maltese ha ribadito anche a fine luglio la propria contrarietà per ogni forma di fecondazione artificiale. Ancora Grech, assieme all’arcivescovo di Malta Paul Cremona, ha ribadito che sono tre i valori fondamentali da difendere: la vita umana, la fedeltà coniugale e la sessualità all’interno del matrimonio. Anche l’associazione maltese Gift of Life (Il dono della vita) ha auspicato un impegno concreto dei parlamentari in difesa dell’embrione umano. FILIPPINE - DIETRO LA SALUTE RIPRODDUTIVA, CONTRACEZIONE E ABORTONelle Filippine è il tema della cosiddetta "salute riproduttiva" ad alimentare il dibattito. Nel Paese di forte e radicata tradizione cattolica, è in discussione, infatti, un progetto di legge che obbligherebbe i medici e tutte le strutture sanitarie a promuovere e garantire ogni servizio legato alla contraccezione, che verrebbe finanziata con soldi pubblici. Per opporsi a un siffatto provvedimento, la Conferenza episcopale delle Filippine (Cbcp) ha organizzato all’inizio di agosto una preghiera pubblica per invocare l’aiuto e la protezione di Dio. Sono state molte le prese di posizione ufficiali contro l’annunciato provvidimento governativo. Il vescovo di Antipolo, Gabriel Villaruz Reyes, ha parlato di una «questione morale» importantissima. Contro la legge si è apertamente schierata anche l’organizzazione Human Life International, che ha definito il testo presentato una seria minaccia per il diritto alla libertà di coscienza, per la dignità della vita umana per e la sua protezione, prevista proprio dalla Costituzione del Paese asiatico. Uno dei timori degli oppositori della legge è che essa costituisca un primo passo verso la legalizzazione dell’aborto, che nelle Filippine resta attualmente illegale. FRANCIA - FORTE PREOCCUPAZIONE PER NOZZE E ADOZIONI GAYQuello della Francia è l’ultimo caso, in ordine di tempo, in cui si è registrato un deciso intervento della Chiesa contro alcune novità annunciate dal governo nazionale. In particolare, l’occasione è stata data dal possibilismo espresso dal Presidente della Repubblica Hollande circa il diritto al matrimonio e all’adozione per le coppie omosessuali, da introdurre entro il 2013. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e Presidente della Conferenza episcopale francese, ha inviato a tutte le parrocchie il testo di una preghiera da recitare in occasione della solennità dell’Assunzione, il 15 agosto. La preghiera si articolava in quattro punti: alla richiesta a Dio di illuminare coloro che devono decidere sui tagli alla spesa per i servizi sociali seguivano le preoccupazioni affinché il bene comune fosse criterio di ispirazione delle coscienze e perché la società garantisca il giusto sostegno alla famiglia. Ma il punto che ha innescato le polemiche della lobby omosessuale è stato il quarto e ultimo, nel quale si chiedeva a Dio che i bambini potessero godere dell’amore di «un padre e una madre». Solidarietà ai vescovi francesi è stata espressa dal Presidente della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco, e da monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. KENYA - PIANIFICAZIONE FAMILIARE FERITA ALLA DIGNITA' UMANAMeno di un mese fa, con una lettera intitolata «Sosteniamo la dignità umana», firmata dal cardinal John Njue, presidente della Conferenza episcopale keniana, i vescovi del Paese africano si sono schierati contro i programmi internazionali di pianificazione familiare riguardanti il controllo demografico nel Continente. Come noto, tali programmi, speso appoggiati dalle organizzazioni internazionali, si basano su una diffusione massiccia di tecniche contraccettive. «L’uso dei contraccettivi è disumanizzante e va contro l’insegnamento della Chiesa», si legge nel documento. I vescovi vedono nell’intervento delle organizzazioni internazionali un serio pericolo per l’indipendenza in merito al valore che la società africana attribuisce alla famiglia, soprattutto per quei paesi a maggioranza cristiana come il Kenya. Per questo la Conferenza episcopale keniana ricorda a tutti i cittadini, ed in particolare ai governanti, che ogni forma di sviluppo che non protegge la persona umana è priva di significato, richiamando quindi ad un maggiore impegno nella promozione della pianificazione familiare per vie naturali e della continenza sessuale come valore fondamentale. «Nessuno dovrebbe essere forzato a svilire la propria dignità attraverso la contraccezione», conclude la lettera. CROAZIA - CONTRO LA LEGGE “RADICALE” IN TEMA DI FECONDAZIONEIl 14 luglio scorso la Croazia si è dotata di una legge sulla fecondazione artificiale tra le più permissive al mondo. Sì all’eterologa, nessun limite massimo al numero degli embrioni producibili in provetta, possibilità di diagnosi preimpianto, apertura delle frontiere per tutti i cittadini stranieri che desiderano tentare la via del figlio in laboratorio: queste solo alcune delle misure previste dalla nuova legge, passata con 88 voti favorevoli contro 45 contrari e 2 astenuti. Nei mesi che hanno preceduto l’approvazione del testo, i vescovi croati non hanno mancato di far sentire la loro voce. Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale, in un comunicato ufficiale, ha definito «immorale», «inumana» e «dalle conseguenze imprevedibili» la legge. Anche i medici cattolici hanno aspramente criticato le novità introdotte, richiamando l’articolo 21 della Costituzione croata, che prevede il diritto alla vita per ogni essere umano. In prima fila anche l’associazione cattolica Vigilare, con la campagna «I ja sam bio embrij» («anch’io sono stato embrione») e con una raccolta di firme arrivata a quota 133mila, segnale importante in vista di un probabile referendum contro la legge. POLONIA - LE STRUMENTALIZZAZIONI SU GENDER E VIOLENZAI vescovi polacchi si sono schierati contro la ratifica, annunciata dal governo polacco, della Convenzione del Consiglio d’Europa a proposito della violenza sulle donne. Tra i contenuti contestati risalta la definizione di "gender" come orientamento sessuale determinato socialmente e non biologicamente, oltre agli accenni al legame tra violenza sulle donne e religione. In una dichiarazione ufficiale, la Conferenza episcopale polacca ha ribadito l’ovvio sostegno nella lotta contro la violenza sulle donne, dicendosi però contraria alle "assunzioni ideologiche" contenute nella Convenzione. Secondo i vescovi, le leggi polacche hanno già sufficienti strumenti per raggiungere gli stessi obiettivi della Convenzione e i governanti dovrebbero piuttosto impegnarsi in favore dell’educazione e della salute delle donne. Questo mese poi è stato Benedetto XVI ad inviare un messaggio ai partecipanti al Pellegrinaggio a piedi da Varsavia al Santuario di Czestochowa, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’iniziativa "Opera per l’adozione spirituale del concepito". Il Papa ha espresso apprezzamento per chi promuove il valore della vita contro la minaccia dell’aborto: l’adozione consiste infatti in nove mesi di preghiera per invocare la protezione di Dio per un embrione.
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