sabato 18 luglio 2015
Il segretario generale della Cei commenta l'annuncio di Renzi sull'approvazione entro l'anno del ddl Cirinnà. "Paradossale questa attenzione, peccato non ce ne sia altrettanta in misure di sostegno alla famiglia".
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In Italia ci sono ben altre "urgenze" ed è "paradossale" l'attenzione che c'è da parte della politica per le unioni civili. Attenzione che invece non risulta, nella stessa misura, per la famiglia. A parlare è il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, commentando l'annuncio del premier Matteo Renzi sull'approvazione entro l'anno del ddl Cirinnà e la messa a punto anche del "timing" che accompagnerà la legge. "Rispetto alle urgenze che si impongono sia a livello interno come a livello internazionale - è l'osservazione di monsignor Galantino - è paradossale questa attenzione. Peccato non poterne riscontrare altrettanta in effettive misure di sostegno alla famiglia, nonostante questa sia la cellula fondamentale del nostro tessuto sociale, l'unica che assicura una serie di funzioni preziose e insostituibili". "Nessuno è qui a mettere in discussione i diritti individuali, che sono sacrosanti. La nostra contrarietà - spiega il vescovo - riguarda la confusione che il disegno di legge introduce, evitando opportunamente l'utilizzo del termine 'matrimonio', ma di fatto attribuendo alle unioni omosessuali diritti e doveri uguali a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio". Per il segretario generale della Cei, "al di là delle questioni terminologiche, se si guarda alla sostanza si deve considerare che siamo di fronte all'attribuzione di un eguale regime a realtà che sono di fatto diverse, come è sempre stato riconosciuto sia a livello giuridico che di senso comune. Principio di giustizia sarebbe, piuttosto, dare a ciascuno il suo...". La Chiesa italiana ribadisce la necessità di considerare questo tipo di relazioni in maniera diversa rispetto al matrimonio tradizionale, così come è riconosciuto dalla Carta costituzionale. "Restiamo convinti - riprende infatti Galantino - che una cosa sia la famiglia fondata su due persone di sesso diverso, come prevede l'articolo 29 della Costituzione, e tutt'altra siano le unioni tra persone dello stesso sesso". "È troppo chiedere che tale diversità venga rispettata dal legislatore come dal governo?", chiede in conclusione il segretario generale della Cei.
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