lunedì 22 aprile 2013
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Una Chiesa che «ha il sorriso di un giovane, lo sguardo di un adulto e gli acciacchi di un anziano». Si affida a questa metafora l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale umbra, Gualtiero Bassetti, per descrivere il volto della comunità ecclesiale che i vescovi umbri presenteranno a papa Francesco nella visita ad limina che comincia domani. Dalle finestre del suo studio si vede Piazza IV novembre dove si affacciano la Cattedrale e il Palazzo dei priori. È il cuore di Perugia e forse la sintesi dell’identità umbra.Eccellenza, come spiegare la sua similitudine?È un’immagine per dire che la nostra Chiesa è senza dubbio viva e dinamica, a cui va riconosciuta una funzione sociale decisiva: quella di essere una sorta di «spina dorsale» spirituale e antropologica. Al tempo stesso, però, è anche una realtà con un clero anziano – anche se le vocazioni stanno riprendendo – che si trova immersa in un processo di secolarizzazione e atomizzazione con tutte le difficoltà di testimonianza e di annuncio che si possono ben immaginare.Eppure l’Umbria ha dato i nomi agli ultimi due Papi.Il fatto che Benedetto XVI e Francesco abbiano preso i nomi di due nostri santi è il riconoscimento del valore di queste figure e del contributo spirituale e morale che hanno dato alla Chiesa universale. Oserei dire che il francescanesimo e il movimento benedettino sono elementi rivoluzionari del cattolicesimo. E simboleggiano il legame mai interrotto tra la nostra regione e la sede di Pietro.Umbria, terra di santi e di pellegrinaggi. Come può essere volano spirituale per l’Italia?La tradizione spirituale umbra, quella più nota ma anche quella meno conosciuta che è altrettanto affascinante e degna di interesse, conferisce a questo territorio una caratteristica: quella di essere fra i luoghi a più «alta densità cristiana» del mondo. Se volessimo tracciare una linea spirituale che parte da Gerusalemme, tocca Roma e arriva fino a Santiago de Compostela, la retta passerebbe anche per l’Umbria: per Assisi e Norcia, ma anche per Perugia e Foligno, Città di Castello e Gubbio, Orvieto, Terni e Spoleto, per i loro borghi e i Santuari, i percorsi e i monasteri, persino le edicole votive. Il fascino di questa regione è conosciuto in tutto il mondo. E ogni anno migliaia di uomini e donne vengono qui per scoprire – o riscoprire – l’originalità e la radicalità del messaggio cristiano.Qual è la sfida ecclesiale più urgente che attende l’Umbria?Senza dubbio la nuova evangelizzazione. Per affrontarla è necessaria una pastorale unitaria che sappia unire lo sforzo quotidiano delle parrocchie con la valorizzazione dei movimenti ecclesiali, riuscendo a cogliere tutta la ricchezza di esperienze del laicato cattolico e difendendo incessantemente la famiglia.Negli ultimi anni la regione è salita alla ribalta della cronaca per alcuni fatti di sangue che hanno avuto anche un’eco mondiale.La comunità ecclesiale, prima di tutto, è stata vicina alle vittime. Con una presenza che non si è esaurita nella commozione. E ha invocato con forza, da ogni pulpito, i valori universali della vita, del rispetto reciproco e della dignità umana. Solo da queste basi antropologiche si può ripartire insieme e magari costruire una società rinnovata.L’Umbria è sede di atenei prestigiosi. Un richiamo al confronto fra Chiesa e cultura.Le due università perugine, che hanno sedi decentrate anche nel resto della regione, sono autentici fiori all’occhiello. L’Università degli Studi è fra le più antiche d’Europa. E quella per stranieri è l’ambasciatrice dell’Umbria nel mondo. La Chiesa guarda con interesse a queste istituzioni, perché solo dalla dinamica dello scambio e dell’incontro può sorgere qualcosa di proficuo per la nostra comunità.Quali risposte offrire al mondo giovanile?Tutte le diocesi dell’Umbria hanno valorizzato il ruolo spirituale, pedagogico e sociale degli oratori parrocchiali e interparrocchiali, contribuendo a ridare linfa al volto giovane della Chiesa. Poi ci sono le attività della pastorale giovanile.L’Umbria anche è angolo di incontro fra le fedi. Come viene alimentato lo «spirito di Assisi»?La Chiesa umbra ha sempre cercato di raccogliere il messaggio di dialogo lanciato dalla città del Poverello. Il dialogo non è una mera costruzione intellettuale, ma nasce dal tentativo concreto di trovare nella pace e nella dignità dell’uomo un punto d’incontro tra culture e religioni diverse.
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