mercoledì 17 dicembre 2014
​Il Papa all'udienza ha pregato per le vittime del terrorismo. I "regali": tango record e girasoli dai clochard | La Cei | SCRIVI QUI I TUOI AUGURI
Il «compleanno» che più conta di Stefania Falasca
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​Il Papa ha tenuto oggi in Piazza San Pietro la sua ultima udienza generale dell'anno, nel giorno del suo 78.mo compleanno. Francesco ha svolto la catechesi sulla famiglia di Narzaret.“Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, appena celebrato – ha detto - è stato la prima tappa di un cammino, che si concluderà nell’ottobre prossimo con la celebrazione di un’altra Assemblea sul tema “Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”. La preghiera e la riflessione che devono accompagnare questo cammino coinvolgono tutto il Popolo di Dio. Vorrei che anche le consuete meditazioni delle udienze del mercoledì si inserissero in questo cammino comune. Ho deciso perciò di riflettere con voi, in questo anno, proprio sulla famiglia, su questo grande dono che il Signore ha fatto al mondo fin dal principio, quando conferì ad Adamo ed Eva la missione di moltiplicarsi e di riempire la terra (cfr Gen 1,28). Quel dono che Gesù ha confermato e sigillato nel suo vangelo”.“La vicinanza del Natale accende su questo mistero una grande luce. L’incarnazione del Figlio di Dio apre un nuovo inizio nella storia universale dell’uomo e della donna. E questo nuovo inizio accade in seno ad una famiglia, a Nazaret. Gesù nacque in una famiglia. Lui poteva venire … come un guerriero, un imperatore … No, no: viene come un figlio … in una famiglia. Questo è importante; guardare nel presepio questa scena tanto bella”.“Dio ha scelto di nascere in una famiglia umana, che ha formato Lui stesso. L’ha formata in uno sperduto villaggio della periferia dell’Impero Romano. Non a Roma, che era la città capo dell’Impero, non in una grande città, ma in una periferia quasi invisibile, anzi, piuttosto malfamata. Lo ricordano anche i Vangeli, quasi come un modo di dire: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?» (Gv 1,46). Forse, in molte parti del mondo, noi stessi parliamo ancora così, quando sentiamo il nome di qualche  luogo periferico di una grande città. Ebbene, proprio da lì, da quella periferia del grande Impero, è iniziata la storia più santa e più buona, quella di Gesù tra gli uomini! E lì, era questa famiglia”.“Gesù è rimasto in quella periferia per trent’anni. L’evangelista Luca riassume questo periodo così: Gesù «era loro sottomesso [cioè a Maria e Giuseppe]. - Ma uno dice: ‘Ma questo Dio che viene a salvarci ha perso trent’anni lì, in quella periferia malfamata? Ha perso trent’anni!’. E lui ha voluto questo. Il cammino di Gesù era in quella famiglia. - E La madre custodiva nel suo cuore tutte queste cose, e Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia davanti a Dio e davanti agli uomini» (2,51-52). Non si parla di miracoli o guarigioni, di predicazioni, - non ne ha fatta nessuna in quel tempo -; non si parla di predicazioni, di folle che accorrono; a Nazaret tutto sembra accadere “normalmente”, secondo le consuetudini di una pia e operosa famiglia israelita”.E a braccio ha aggiunto: “lavorava, la mamma cucinava, faceva tutte le cose della casa, stirava le camice, … tutte le cose da mamma. Il papà, falegname, lavorava, insegnava al figlio a lavorare. Trent’anni: ‘Ma che spreco Padre!’. Ma mai si sa. I cammini di Dio sono misteriosi. Ma quello che era importante lì era la famiglia! E quello non era uno spreco, eh! Erano grandi santi: Maria, la donna più santa, immacolata, e Giuseppe, l’uomo più giusto … La famiglia”.

Alla fine dell'udienza il Papa ha  voluto pregare per le vittime dei disumani atti terroristici compiuti nei giorni scorsi in Australia, in Pakistan e nello Yemen. "Il Signore accolga nella sua pace i defunti, conforti i familiari, e converta i cuori dei violenti".

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