lunedì 20 aprile 2015
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"Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre". Così papa Francesco sulla nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Unendosi alla preghiera per le vittime don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana , dalla Tunisia dove si trova proprio per organizzare il MigraMed, incontro tra le Caritas del Mediterraneo previsto per giugno, dice:  "L’idea di un’Europa inespugnabile sta barcollando sotto i colpi di una umanità disperata che in fuga dai propri paesi sta mostrando il volto peggiore degli effetti della globalizzazione. Iniquità, conflitti, ideologie sono i fattori che determinano il costante aumento dei flussi di profughi verso il continente europeo". La Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana esprime profondo dolore per l’immane tragedia e si stringe in preghiera «per affidare al Padre il destino terribile di questi nostri fratelli, le speranze frustrate, l’angoscia delle famiglie». Il disastro «è solo l’ultimo di un elenco senza fine che non può non suscitare vergogna e indignazione. Ogni vita umana ha un valore irripetibile, e ogni vita spezzata tra le acque del Mediterraneo scuote noi, cittadini europei, come il monito di Dio a Caino: 'Dov’è tuo fratello?'. Le vittime, come ha ricordato Papa Francesco, sono 'uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre'. Non possiamo accettare che il loro tentativo di cercare la felicità si trasformi nell’incontro con la morte. Desideriamo allora, a nome di tutti i soci dell’Azione Cattolica Italiana, fare nostro l’appello del Santo Padre, affinché la comunità internazionale possa intervenire 'con decisione e prontezza'. In modo particolare rivolgiamo un pensiero ai governanti della nostra Europa: possa cadere ogni forma di resistenza, e siano adottate senza indugio le misure necessarie a prevenire che simili disastri possano ripetersi».«Mai come in questo caso è necessario recuperare il significato della parola “persona”: gli ultimi, i forestieri, gli esclusi è l’umanità che il vangelo ci ha insegnato a guardare con gli occhi del cuore e ad accogliere con la categoria del fare. Essere quindi testimoni di Cristo attraverso gesti di vita nuova e di umanità diversa a partire da noi stessi e dalle comunità in cui viviamo»: Il Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani) invita tutti gli adulti scout ad esprime la propria vicinanza e solidarietà, osservando un minuto di silenzio in occasione del rinnovo della promessa al prossimo San Giorgio o nel primo incontro di comunità successivo al 23 Aprile.
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