lunedì 20 aprile 2015

Già migliaia i pellegrini. Nosiglia: naufragio dei migranti «è sconfitta».
Davanti alla Sindone l'unico discorso possibile è il silenzio (R. Maccioni)
Gli imam all'ostensione: «Vicini ai cristiani»
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Duecento persone ogni quindici minuti, ottocento in un'ora, per contemplare il lenzuolo che secondo la tradizione ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. Con la Messa solenne presieduta dall'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha preso il via nel Duomo di San Giovanni l'Ostensione della Sindone. Una "emozione indescrivibile" per migliaia di pellegrini arrivati da tutto il mondo che, fino al 24 giugno, contempleranno "la sofferenza impressa in quel telo" che, a poche ore dall'ennesima tragedia nel Canale di Sicilia, "fa pensare a quelle centinaia di poveri morti in mare". Nel giorno della Sindone, che il 21 giugno porterà a Torino anche Papa Francesco, come ha ricordato dopo il Regina Coeli, il naufragio dei migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria è "una sconfitta" per monsignor Nosiglia, che del Sacro Lino è il custode pontificio. "Come cristiani possiamo reagire con la preghiera, ma serve una soluzione concreta e tempestiva", è il suo appello. "Non è possibile che quasi ogni giorno si verifichino simili tragedie - prosegue -. L'Italia sta già facendo molto, ma serve una strategia adeguata che coinvolga tutti: una risposta deve venire anche dall'Unione Europea". Parole forti, condivise dai pellegrini in coda lungo gli 850 metri del percorso di avvicinamento alla Sindone. "Su quei barconi potremmo esserci anche noi", dice Andreina, educatrice in un nido di Torino. "Quel lenzuolo - aggiunge - ricorda tutta l'umanità sofferente". E, come ha detto l'arcivescovo di Torino durante l'omelia della Messa - concelebrata dai vescovi del Piemonte e dall'arcivescovo emerito di Torino, cardinale Severino Poletto - punta il dito contro l'"egoismo che crea disuguaglianza e disperazione in cui è debole, indifeso e sofferente". Tra i pellegrini c'è chi non riesce a trattenere le lacrime e prova la stessa emozione "di quando ho visto Giovanni Paolo II", come Romina, arrivata da Rimini con il marito e i due figli, Chiara di cinque anni e Francesco di nove. All'uscita dalla Cattedrale ha gli occhi lucidi e il fazzoletto in mano. "Un'esperienza come questa - dice - è un'incontro". Parlano di "vortice di sentimenti" Angelo e Daniela, romani in trasferta a Torino per la partita della Lazio contro la Juventus. "Non potevamo perdere l'occasione di vedere la Sindone - dicono -. Questo è un momento difficile, ma con la forza della famiglia, e della fede, ce la faremo". "Abbiamo provato la stessa emozione di quando siamo andati a Gerusalemme", raccontano Elsa e Pasquale di Como, mentre Gianni, di Abano Terme, è accompagnato dai genitori, che spingono la sua sedia a rotelle. "L'emozione? Non si può descriverla, la porterò sempre con me", si limita a dire. La gioia vissuta davanti al telo fa dimenticare la lunga coda ai pellegrini e i piccoli disagi per i controlli agli otto metal detector che precedono i tornelli. Il percorso di visita riapre domani, alle 7.30 in punto. E così sarà fino al 24 giugno.
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