mercoledì 19 ottobre 2016
​Parte la terza fase del Fondo famiglia lavoro: 500mila euro per tirocini in azienda. Il cardinale Scola: la Chiesa lancia simboli pratici in risposta ad un disagio. Si lavora anche ad un regalo speciale per la visita del Papa.
La diocesi di Milano aiuta i disoccupati
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Una dotazione iniziale di mezzo milione di euro, di cui 200.000 provenienti dal'8 per mille e 300.000 da offerte dei cittadini, per ricollocare i disoccupati attraverso tirocini in azienda di 3-6 mesi. Con questi numeri, è partita la terza fase del "Fondo famiglia lavoro" promosso dall'arcidiocesi di Milano. Obiettivo è "la piena occupazione, un obiettivo etico", tanto da aver ribattezzato il progetto: "Diamo lavoro". Scola: la Chiesa interviene contro il disagio"La Chiesa non si sostituisce lo Stato - ha detto il cardinale Angelo Scola nel corso della conferenza stampa a cui ha parteicpato anche il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba -. Però la Chiesa lancia dei paradigmi, dei simboli pratici come risposta al disagio, anche per essere da stimolo a chi governa il Paese, che non deve decidere le soluzioni a tavolino ma raccogliendo ciò che arriva dalla società per ordinarlo". I destinatari: disoccupati con almeno un figlio I destinatari del fondo sono le persone residenti sul territorio della diocesi di Milano con almeno un figlio a carico e disoccupate da non prima del mese di luglio 2015. Oppure coloro che alla stessa data abbiano cessato di beneficiare delle provvidenze pubbliche previste a favore di chi ha perso il lavoro. Per queste persone il fondo - attraverso la rete delle associazioni imprenditoriali aderenti - predisporrà percorsi di reinserimento nelle imprese che avranno espresso la loro disponibilità, attraverso l'istituto del tirocinio di reinserimento lavorativo. Per tutta la durata del progetto - da tre a sei mesi appunto - ogni tirocinante avrà "una borsa lavoro non inferiore a 400 euro mensili, come indennità finanziata dal fondo". Dal 2009 aiutate più di 10mila famiglie La prima fase del fondo (2009-2012) avviato dal cardinale Dionigi Tettamanzi finanziò contributi a fondo perduto alle famiglie della diocesi in difficoltà. La seconda fase (2013-2016) ha introdotto il sostegno alla riqualificazione professione e il micro-credito finalizzato all'avvio di piccole attività imprenditoriali. Dall'inizio del 2009 alla fine del 2015,  con questo fondo l'arcidiocesi di Milano ha aiutato 10.678 famiglie (a fronte di 14.371 richieste), per uno stanziamento complessivo di 21,4 milioni di euro. I beneficiari sono stati per il 45% italiani, il 55% stranieri, per la gran parte di età compresa tra i 35 e i 45 anni. Un regalo speciale per il Papa "Il dono che faremo al Papa - ha aggiunto Scola parlando della prossima visita del Papa prevista in primavera - è la ristrutturazione di 55 appartamenti che sarà fatta a cura della fondazione San Carlo. Grazie al contributo dell'8 per mille, ristruttureremo le case e inseriremo persone che hanno diritto all'accesso alla casa, si tratta di 1,3 milioni di fondi. C'è un'ipotesi che il Papa passi in uno di questi quartieri di degrado e lì ci sia il gesto simbolico di donare a tre famiglie la chiave di questi appartamenti. È un dono che resta a casa nostra, ma credo che il Papa sarà contento". Migranti e lavori socialmente utili: prima passi contro la burocrazia "Sono primi, timidissimi passi per affrontare un problema che grida vendetta al cospetto di Dio". Così l'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha risposto sull'impiego a Milano di migranti per lavori socialmente utili. Secondo Scola, molti tacciano "gli immigrati di fannullismo, perché le nostre burocrazie impediscono l'inserimento in queste realtà". "La burocrazia - ha concluso l'arcivescovo - è peggio della finanza, è così complicata e complessa".
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