venerdì 26 giugno 2015
​Il trattato riguarda l'attività della Chiesa. Mons. Gallagher: segno del cammino compiuto dall'Autorità palestinese. La reazione di Israele.
COMMENTA E CONDIVIDI
​È stato siglato oggi nel Palazzo apostolico Vaticano "un accordo globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina" sugli "aspetti essenziali della vita e dell'attività della Chiesa in Palestina, riaffermando nello stesso tempo il sostegno per una soluzione negoziata e pacifica della situazione nella regione". L'intesa fa seguito all'accordo base che era stato firmato tra il Vaticano e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) il 15 febbraio 2000 ed è il risultato dei negoziati svolti da una commissione bilaterale nel corso degli gli ultimi anni. L'accordo è stato firmato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, e Riad Al-Malki, ministro degli Affari esteri, che ha siglato per la Palestina.Il segretario della Santa Sede per i rapporti con gli StatiUn “buon esempio di dialogo e collaborazione” che può “servire da modello per altri Paesi arabi a maggioranza musulmana”. Così monsignor Paul Richard Gallagher, segretario della Santa Sede per i rapporti con gli Stati, ha definito l’accordo, evidenziando come l’interlocutore sia proprio lo Stato di Palestina, “e ciò come segno del cammino compiuto dall’Autorità Palestinese negli ultimi anni e soprattutto dell’approvazione internazionale culminata nella risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu, del 29 novembre 2012, che ha riconosciuto la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite”. L’esponente vaticano ha auspicato che l’accordo “possa in qualche modo costituire uno stimolo per porre fine in modo definitivo all’annoso conflitto israeliano-palestinese” e che “l’auspicata soluzione dei due Stati divenga realtà quanto prima”. Il testo, “pur essendo un’intesa tra due soggetti di diritto internazionale, riguarda fondamentalmente la vita e l’attività della Chiesa in Palestina”, - ha osservato Gallagher, precisando che “i cattolici non vogliono nessun privilegio se non continuare a collaborare con i loro concittadini per il bene della società”.Il patriarca latino di Gerusalemme
"Abbiamo ammirato il coraggio del Santo Padre che ha preso questa decisione dopo avere ascoltato tutti i suoi esperti. Anche il mondo musulmano è grato per questo atto così importante, il nostro popolo è contento”; con queste parole il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha salutato la firma dell’Accordo cui ha presenziato in rappresentanza dei vescovi cattolici di Terra Santa di cui è presidente. Il patriarca ha ricordato che “l’Accordo guarda alla vita e alla attività della Chiesa locale. Noi, da una parte, ci sentiamo parte della Chiesa e della Santa Sede, e dall’altra ci sentiamo pastori del popolo che gioisce anche perché dopo questa firma, lo Stato di Palestina si sentirà ancora più Stato, non solo Organizzazione per la liberazione della Palestina”. Per Twal, infatti, “la Palestina, come Stato, potrà dialogare a pieno titolo con altri Stati, Israele in testa, potendo avere una maggiore consapevolezza della sua posizione. Una firma che, a detta del patriarca latino, “farà bene anche all’Accordo con Israele che è quasi pronto. Aspettiamo tutti la firma”. L’auspicio di Twal è anche che “la comunità internazionale, Usa e Ue su tutti, aiutino israeliani e palestinesi a negoziare per la pace. In Medio Oriente abbiamo bisogno di pace e di vivere una vita normale”. Il ministro palestinese“Lo Stato di Palestina reitera il proprio impegno a combattere l’estremismo e a promuovere la tolleranza, la libertà di coscienza e di religione e a salvaguardare nello stesso modo i diritti di tutti i suoi cittadini. Questi sono i valori e i principi che riflettono le convinzioni e le aspirazioni del popolo palestinese e della sua leadership e sono le basi sulle quali continuiamo a sforzarci di fondare il nostro Stato indipendente e democratico”. Lo ha affermato Riad Al-Malki, ministro palestinese degli Affari esteri, oggi in Vaticano per la firma dell’Accordo globale tra Santa Sede e Stato di Palestina. Un passo che Al-Malki ha definito “storico”, frutto di “anni di negoziati complessi e approfonditi tra le due delegazioni in uno spirito di amicizia e collaborazione”, ricordando “il sostegno e l’impegno personale del presidente Abbas” e “la benedizione di Sua Santità papa Francesco verso i nostri sforzi al riguardo”. “Per la prima volta - ha osservato - l’Accordo include un riconoscimento ufficiale della Palestina come Stato da parte della Santa Sede, quale segno di riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, alla libertà e dignità in un proprio Stato indipendente libero dalle catene dell’occupazione”. Il commento di Israele
"Questa iniziativa affrettata mina gli sforzi internazionali per convincere l'Autorità Nazionale palestinese a tornare ai negoziati diretti con Israele" ha continuato il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, Emmanuel Nahshon. "Israele non può accettare le decisioni unilaterali contenute nell'accordo, che non prendono in considerazione gli interessi fondamentali di Israele e lo speciale status storico del popolo ebraico a Gerusalemme", ha concluso il portavoce.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: