Questa festa di sant’Antonio è stata anche la “prima” del nuovo vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, che ha voluto sottolineare l’aspetto della carità di Antonio e porre l’attenzione della città, dei fedeli e delle comunità cristiane sui poveri, ogni povero, senza dimenticare nessuno, non ultimi «gli impoveriti dalle banche locali e mondiali» e «gli umiliati dalla cattiva gestione dei poteri politici ed economici».
«Il Santo, i cristiani, le organizzazioni ecclesiali – ha ricordato monsignor Cipolla – non potranno mai separare l’espressione della loro fede dai poveri» e «i poveri devono sapere che la Chiesa, cioè la comunità dei credenti nel Vangelo, è per loro. Non butteremo via le risorse che ci sono state affidate, ma le useremo, anche rimettendoci, per i poveri».
Nell’occasione della festa del patrono, il vescovo ha anche desiderato inviare un messaggio alla città, centrato proprio sul tema dei poveri. Richiamando la vocazione all’accoglienza e all’inclusione di Padova monsignor Cipolla ha voluto «dar voce al sogno di una Padova che, fedele al suo santo patrono, continui ad amare e a lasciarsi amare dai poveri, tutti i poveri! Quelli che sono nelle nostre case e non hanno il coraggio di manifestarsi, per dignità; quelli che sono di passaggio nella nostra città; quelli che a volte ci fanno paura; quelli che vengono da lontano con la speranza di ripartire o di rimanere a fare storia con noi». E se «Per i poveri bisogna fare sempre di più e sempre meglio!», forte della storia di Padova monsignor Cipolla ha voluto promuovere e lanciare, proprio nel giorno del patrono, un progetto che verrà a breve dettagliato.
«Lo vorrei chiamare “Cantieri di carità e giustizia”» scrive, evocando in queste parole i nomi di monsignor Giovanni Nervo e mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini. Un percorso in tre tappe sul tema della povertà – passato, presente e futuro – «che si propone di individuare possibilità ancora inedite, opportunità e percorsi concreti e lungimiranti di emancipazione». Un invito alle comunità cristiane, a istituzioni e società civile che si riassume in una domanda: «possiamo immaginare e desiderare, ancora una volta insieme, il modo di stare accanto ai poveri, costruendo percorsi di accompagnamento, di prevenzione dell’impoverimento progressivo, di soccorso per chi sta scivolando nella disperazione?».